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Licini, Osvaldo.

Pittore italiano. Si formò all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove conobbe Morandi, con il quale espose per la prima volta in una mostra futurista nel 1914. Tra il 1915 e il 1920 creò una serie di quadri riferiti a episodi della guerra alla quale partecipò rimanendo gravemente ferito (ricordiamo: Soldati). Nel 1917-1918 si recò a Parigi ed entrò in contatto con Modigliani, Picasso, Kisling e Zborowski. Dal 1931 abbandonò completamente ogni riferimento alla realtà per abbracciare l'assoluta astrazione. Risalgono a quel periodo Ritmo rosso, Composizione irrazionale. Nel 1938 aderì, ma senza molto impegno, al movimento lanciato da Marinetti sulle spoglie dell'ultimo futurismo "Linea Italiana dell'Arte". Dopo il 1945 rivelò una nuova e freschissima fase creativa ricca di figure e presenze simboliche, provenienti dal sogno: citiamo Il drago, Angeli primo amore, Amalassunta. Nel 1958 partecipando con una sala personale alla Biennale di Venezia ottenne il Gran premio per la pittura (Monte Vidon Corrado, Ascoli Piceno 1894-1958).