eXTReMe Tracker
Tweet

Leviathan.

Opera filosofica di Thomas Hobbes, pubblicata nel 1651. Ha come sottotitolo La materia, forma e potere di uno Stato ecclesiastico e civile. Il titolo ricorda il nome del mostro biblico nel libro di Giobbe e del quale è detto che "non v'è sulla terra una forza a lui paragonabile", frase che Hobbes applica al potere monarchico assoluto. Nel testo vengono espresse le convinzioni di Hobbes riguardanti la vita e l'organizzazione sociale degli uomini. Escludendo dalla condotta umana ogni atto che non miri alla pura conservazione, Hobbes confuta l'affermazione aristotelica della naturale propensione degli uomini alla vita associata. La natura umana è, secondo Hobbes, simile, nel suo rapporto verso gli altri, a quella degli animali più feroci (homo homini lupus). Nello stato di natura in cui Hobbes suppone sia vissuta l'umanità prima che fosse stabilita una forma di governo, la libertà non era trattenuta da alcun freno morale e da alcuna prescrizione civile e vigeva la guerra di tutti contro ciascuno (bellum omnium contra omnes). L'insopportabilità di un tale stato di cose, che secondo Hobbes riviveva nelle guerre civili in Inghilterra, ha portato gli uomini a istituire fra loro un patto sociale con il quale viene a nascere lo Stato, prodotto della ragione e non dell'istinto. Non si tratta, a vedere di Hobbes, di un accordo libero e volontario, ma del riconoscimento di una volontà sovrana che fissi le condizioni necessarie per la pace civile. In questo modo il sovrano acquisisce tutti i diritti e i cittadini nessuno; vengono cosi rigorosamente fissati i principi teorici dell'assolutismo.