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Leont'ev, Konstantin Nikolaevič.

Pensatore e critico russo. Esordì nel 1851 con la commedia Il matrimonio d'amore e il romanzo L'officina di Bulavin. Allo scoppiare della guerra di Crimea si offrì come medico volontario, ma non sopportando la monotonia del suo compito chiese di essere mandato in un reggimento di Cosacchi. Caduta Sebastopoli, lasciò il reggimento e nel 1857 si congedò anche dall'esercito. Nel 1860 si stabilì a Pietroburgo, per darsi interamente alle lettere, e scrisse il romanzo I germogli del giglio. Nel 1863 entrato nella carriera diplomatica, fu inviato nell'isola di Creta, quindi ad Adrianopoli. Sono di questi anni le Novelle orientali e il suo capolavoro: I ricordi di Ulisse Policroniades. Il saggio Bizantinismo e Slavismo in cui L. espresse la sua fede in un principio trascendente che si incarna in Bisanzio, lo distinse nettamente dagli Slavofili e da Dostoevskij, a cui prima era fiancheggiato, avvicinandolo piuttosto a Solov'ev. Nel 1878 L. conobbe Solov'ev, che rimase il suo maestro finché la sua conversione all'ottimismo facile di un ideale di progresso e di democrazia non lo allontanò con disgusto da lui. Nel 1880 fu assunto nel Comitato per la Censura, dove rimase fino al 1887. Ritiratosi poi ad Optina, vi ricevette la consacrazione monastica (Kudinovo 1831 - Optima, Pustyn 1891).