Giurista e uomo politico italiano. Figlio di un noto avvocato appartenente al
Partito Popolare, seguì le lezioni di Enrico De Nicola e conseguì
la laurea in Giurisprudenza e, successivamente, quella in Scienze politiche.
Titolare dal 1935 della cattedra di Diritto processuale penale in varie
università, nel 1956 passò all'ateneo di Roma. Nell'immediato
dopoguerra associò alla docenza e alla libera professione il suo impegno
nella politica, come segretario della Democrazia Cristiana a Napoli. Nel
referendum istituzionale del 1946 fu tra i sostenitori della Monarchia. Eletto
come deputato della Costituente, si occupò della formulazione della carta
costituzionale; fu rieletto in tutte le successive legislature, ricoprendo le
cariche di vicepresidente della Camera dei deputati (1950), presidente della
stessa (1955), presidente del Consiglio dei ministri (1963), fino alla nomina di
senatore a vita nel 1967. Nel 1968 ricevette il delicato incarico di formare il
primo governo della quinta legislatura. Il culmine della sua carriera politica
si colloca nel 1971, anno in cui fu eletto presidente della Repubblica. A
partire dal 1976 la sua presidenza, fino a quel momento ineccepibile, divenne
oggetto di attacchi da parte degli organi di stampa e di ripetute critiche in
relazione a sospetti di irregolarità e scorrettezze, soprattutto in
materia fiscale, finché il suo nome fu coinvolto con quello di altri
personaggi implicati nello scandalo Lockheed. Le accuse lo costrinsero, primo
esempio nella storia della Repubblica italiana, a dimettersi nel giugno 1978,
anticipando di sei mesi la normale scadenza del suo mandato. Fu autore di
numerosi scritti giuridici:
La violazione degli obblighi di assistenza
familiare (1930);
Il reato abituale, continuato e permanente (1932);
in collaborazione con altri giuristi,
Commento al codice di procedura
penale (1937);
Trattato di diritto processuale penale (1961). I suoi
discorsi sono stati raccolti nel volume
Testimonianze (Napoli 1908 - Roma
2001).
Giovanni Leone