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Lente.

(dal latino lens, lentis). Sinonimo di lenticchia (V.). • Ott. - Corpo di vetro o di altra sostanza trasparente, limitato da una superficie piana e da una curva, o da due superfici curve, generalmente sferiche. I centri delle superfici sferiche si dicono centri di curvatura; la retta che li unisce è detta asse ottico. Le l. possono essere convergenti o divergenti: le prime fanno convergere i raggi paralleli all'asse in un punto posto sull'asse, detto fuoco; le seconde fanno divergere detti raggi in modo che questi sembrino provenire da un punto situato sull'asse ottico, detto fuoco virtuale, perché non individuato dall'incontro reale dei raggi, ma dal loro prolungamento immaginario. Le l. convergenti sono: la l. biconvessa; la l. piano convessa, la concavo-convessa o menisco convergente. Le divergenti sono: la biconcava, la pianoconcava e la convesso-concava e menisco divergente. Le l. convergenti sono più spesse nella parte centrale; quelle divergenti agli orli. Le l. convergenti danno due specie d'immagini: le reali e le virtuali. L'immagine virtuale è quella formata dall'incontro dei prolungamenti ideali dei raggi che giungono all'occhio dell'osservatore: essa è sempre diritta, ingrandita, e si ha quando l'oggetto è posto tra il fuoco e la l. L'immagine reale, formata dall'effettivo incontro dei raggi che provengono da ogni singolo punto dell'oggetto, si ha quando questo è situato oltre il fuoco della l. Detta immagine è sempre rovesciata, ed è più piccola, uguale o maggiore dell'oggetto, a seconda che la distanza tra la l. e l'immagine sia più piccola, uguale o maggiore di quella fra la l. e l'oggetto. Di un oggetto lontano la l. convergente dà su uno schermo un'immagine rovesciata, rimpicciolita, posta poco oltre il fuoco; avvicinando l'oggetto, l'immagine si allontana e ingrandisce; quando l'oggetto giungerà a distanza doppia di quella focale, l'immagine avrà pure dalla l. uguale distanza e l'immagine si allontana e ingrandisce sempre più rapidamente fino a giungere a distanza infinita, a scomparire cioè quando l'oggetto è nei pressi del fuoco. Oltrepassato il fuoco, ritorna l'immagine virtuale. Le l. divergenti danno solo un'immagine virtuale diritta e rimpicciolita (l. da miope). Per la correzione dell'astigmatismo si usano l. con una delle sue superfici (generalmente l'esterna) di forma cilindrica. Il potere diottrico o di rifrazione di una l. è espresso in diottrie. ║ L. a contatto o corneale: tipo di l. che, appoggiandosi sull'umore lacrimale, viene inserita direttamente sulla cornea, per la correzione di alcuni difetti visivi; a differenza dell'occhiale, che rimpicciolisce il campo visivo, la l. a contatto ha un campo visivo totale; l'acutezza visiva è in tal modo aumentata. La prima idea della l. a contatto risale a Leonardo da Vinci, ma solo dopo la seconda guerra mondiale se ne ebbe una realizzazione pratica, perfezionata poi nel modo attuale dieci anni dopo. Oggi si producono l. a contatto assolutamente invisibili, tollerabili e perfette dal punto di vista della visibilità, della luminosità e della cura del difetto visivo. ║ L. fotocromatica: l. contenente cristalli di alugenuro d'argento che, montata agli occhiali, modifica il suo colore alle variazioni della luce. ║ L. di ingrandimento: l. convergente utilizzata, con apposita montatura, per ottenere un'immagine ingrandita dell'oggetto osservato.
Implantologia di lenti oculari