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Lena, La.

Commedia di Lodovico Ariosto rappresentata per la prima volta a Ferrara alla fine del 1528 in occasione del ritorno dal viaggio di nozze di Ercole d'Este e di Renata di Francia. È la quinta, in ordine cronologico, delle commedie scritte dall'autore dell'Orlando Furioso; le altre sono La Cassaria, I suppositi, Il Negromante e Scolastica (incompiuta e portata a termine dal fratello Gabriele). La commedia narra le vicende di Flavio, un giovane innamorato di Licinia, che promette a Lens, cameriera della ragazza, la somma di 25 fiorini per poterla incontrare a tu per tu in una casa dove la giovane si reca tutti i giorni. Quando però Flavio è già entrato nel luogo dell'appuntamento arrivano alcune persone con il "perticatore", ovvero con l'incaricato di misurare la casa: il giovanotto si deve quindi nascondere in una botte. Ma mentre si trova dentro di essa, Giuliano e Bartolo litigano fra loro per stabilire a chi di essi spetta la botte; la discussione viene troncata da Fazio, il padre di Licinia, che decide di far portare la botte in casa sua. Così Flavio giunge in casa di Licinia; non trova quindi alcuna difficoltà a penetrare in camera della ragazza e a possederla. La vicenda si complica quando Corbolo, un servitore della casa di Fazio, cerca di estorcere i 25 fiorini che Flavio aveva dato a Lena per combinare l'appuntamento. Intanto un altro servo scopre l'intrigo e va a spifferare tutto al padre di Licinia; questi e sua moglie dichiarano di perdonare i due innamorati a patto che essi si sposino. L'episodio della botte ricorda quello analogo narrato da Boccaccio nel Decameron (nella novella che parla di Giannello Stringari) e certamente l'Ariosto si è ispirato a esso.