Parte sottocorticale delle piante arborescenti e precisamente del tronco, dei
rami e delle radici. La sezione trasversale di un tronco è formata da
anelli concentrici che di norma corrispondono, per numero, agli anni della
pianta; però nei
l. che crescono in regioni dove è meno
sentita o non esiste alternanza delle stagioni, gli anelli annuali non sono
perfettamente riconoscibili o addirittura mancano. Lo sviluppo in spessore di
ogni cerchio varia da specie a specie e nella stessa specie a seconda
dell'età e del clima. Si dice
duramen o
cuore di l. la zona
interna, che può essere colorata in grado diverso ed ha funzione
puramente meccanica nella pianta;
alburno, la parte più esterna,
che circonda il duramen, costituita da tessuti vivi, che disimpegnano la
funzione di trasporto. In alcune piante (betulla, acero) la distinzione netta
tra cuore e alburno non esiste. Il tronco è intersecato radialmente dai
raggi midollari, lamine di tessuto cellulare, mentre il
l.
è costituito da vasi e fibre appartenenti al sistema fibrovascolare. Le
pareti delle fibre legnose originariamente sono formate da cellulosa, in seguito
si ispessiscono per deposito di lignina. La composizione chimica del
l.
è variabilissima da specie a specie, nelle diverse parti della stessa
pianta, a seconda del terreno, del clima, della stagione, ecc. Il
l.
fresco in media è costituito da sostanze organiche, acqua, sostanze
minerali. Le sostanze organiche presenti sono: la cellulosa e la lignina, che
costituiscono lo scheletro delle piante; le sostanze incrostanti (cere, resine,
glucosidi, tannini, ecc.); gli amidi e i grassi, che formano le riserve per
determinati periodi vegetativi; i succhi o linfe, ecc. Dopo lunga stagionatura
del
l. scortecciato e tagliato, il tenore dell'acqua si riduce e
l'umidità atmosferica è in equilibrio con quella del
l. La
struttura del
l. è profondamente differente nelle diverse famiglie
e la distinzione empirica che si fa tra
l. duri e
l. molli
è appunto fondata sulla diversità di struttura degli elementi
componenti. Il
l. delle conifere (pino, larice, abete, ecc.) si distingue
per la sua struttura semplice e priva di vasi. Il
l. delle
monocotiledoni, fornito di fasci fibrovascolari, si distingue soprattutto per la
mancanza delle formazioni secondarie dovute all'attività del cambio. Il
l. delle dicotiledoni presenta elementi istologici diversi, vasi,
tracheidi, forme liberiane, parenchimatiche e forme di passaggio, che
nell'insieme costituiscono la massa fondamentale, traversata a sua volta dal
raggi midollari disposti radialmente. La struttura del
l. e la sua
composizione forniscono i caratteri che determinano la sua destinazione
industriale e cioè la grana, l'omogeneità, la compattezza, la
durezza, il peso, l'elasticità, la resistenza all'umidità, ecc.
║
L. industriale: sotto il profilo merceologico, il
l. si
suddivide in varie categorie a seconda della sua destinazione, della sua origine
e, soprattutto, delle sue qualità intrinseche. L'uso dei vari
l.
dipende da molti fattori come la maggior o minor compattezza, la grana, il
colore, le sostanze in esso contenute, ecc. I
l. impiegati nell'industria
si dividono in: a)
L. odorosi, generalmente di origine esotica, che
emanano un profumo più o meno intenso e vengono usati tanto in profumeria
(polveri odorose, sacchetti profumati, ecc.) che in ebanisteria. Citiamo ad
esempio il
L. violetta proveniente da alcune specie di acacia
dell'Australia meridionale; il
L. Canfora ottenuto da varie specie di
Cinnamomo provenienti dall'Asia sud-orientale. Altri
l. odorosi sono la
Rosa, l'Alce, il Sassafrasso, e il
l. di Sandalo. b)
L. da concia:
sono quelli dal quali vengono ricavati estratti tannici usati per la concia
delle pelli (Castagno, Quebracho rosso, Urunday, Tizerah e Quercia). c)
L.
per tintoria, che contengono sostanze coloranti usate nell'industria
tintoria. Fra questi il Campeggio, il
l. rosso del Brasile, il
l.
di Sandalo, il
l. giallo. Oggi, però, i tintori ricorrono
preferibilmente al colori organici artificiali. d)
L. medicinali, dai
quali si estraggono sostanze usate in medicina (
L. nefritico, L. colubrino o
serpentino, L. di sandalo, ecc.). ║
L. artificiale: con questo
termine si designano generalmente quei pannelli ricostituiti a base di segatura
di
l. (o altro), di alghe, di residui di sughero, di pasta di cellulosa
con o senza l'aggiunta di amianto, impastati con collanti adatti. Si suddividono
in: a)
Panforti truciolari formati da segatura a fibra lunga e trucioli
di
l. impastati con resine sintetiche e fortemente pressati a caldo o a
freddo. Trovano largo impiego in falegnameria o per la costruzione di palchetti,
pareti, ecc. b)
Panforti listellari che si ottengono incollando fra loro
varie liste di
l. o spezzoni di liste, e poi ricoprendoli da ambo i lati
con un foglio di
l. tranciato oppure con una lastra di
l.
compensato (di 2 o 3 mm di spessore). Ne vengono prodotti di spessori diversi e
spesso rivestiti da uno o dai due lati con compensati di essenze pregiate (teak,
palissandro, mogano, noce, ecc.). In teoria, questi pannelli dovrebbero
garantire un'assoluta stabilità; in pratica, talvolta sono anch'essi
soggetti a leggere alterazioni. Oggi sono preferiti al massiccio nella
costruzione di mobili, di serramenti, nelle costruzioni navali, ecc. I pannelli
costruiti con materiali diversi (le alghe, per esempio) possono essere usati
soltanto per rivestire pareti (coibenti) o per lavori di secondaria importanza.
Questi tipi di pannello ottenuti con impasti di materiali vari, spesso mescolati
a polvere di
l. e posti sotto l'azione di potentissime presse, vengono
chiamati con nomi diversi a seconda del fabbricante. Abbiamo così la
masonite, il celotex, la xilolite, il koptoxile, il celolox, la faesite, ecc.
║
L. da ardere: impiegato come legname da fuoco o per la
preparazione del carbone di legna. Per tali usi vengono impiegate quelle parti
dell'albero che non possono essere altrimenti utilizzate (rami, radici, ecc.).
Buoni combustibili sono il carpino, il faggio, la robinia, il cerro, il leccio,
il pino e - un po' meno - l'acero, la quercia, l'olmo, il larice, il frassino.
Mediocri combustibili il castagno, l'abete, l'olmo di montagna; scadenti sono
invece l'ontano, il tiglio, il pioppo e il salice. A seconda del taglio, la
legna da ardere si distingue in ceppaia, tondelli, fusti spaccati, fascine e
schegge o residui. ║
L.-ferro: tipo di
l. esotico dotato di
estrema durezza e consistenza, ricavato da alcune piante delle famiglie
verberacee e sapotacee, molto sfruttato per costruzioni navali, industriali,
ecc. ║
L. quassio: nome commerciale del
l. fornito da varie
piante tropicali della famiglia delle simarubacee. I decotti di tali
l.
sono usati per lavare alcune stoffe delicate e hanno vari impieghi in farmacia.
║
L. compensati e
impiallacciature: un tempo la larghezza
massima di una tavola di
l. dipendeva dalla grossezza e dalla forma del
tronco dal quale veniva ricavata. Per fabbricare le ampie superfici dei mobili i
falegnami erano costretti a unire due o più assi, dopo averle ben
piallate, levigate e ripulite, onde ottenere un pannello delle dimensioni
volute; usavano il
l. massiccio con il rischio che, se questo non era
perfettamente stagionato, dopo qualche tempo avrebbe potuto incurvarsi
(imbarcamento). Allora non esistevano macchine capaci di "affettare" il
l. Soltanto verso il 1920 venne realizzata la prima "sfogliatrice a sega"
che permise di ricavare dal
l. dei "piallacci" (sottilissimi fogli di
l.) di minimo spessore. La fabbricazione dei piallacci (o
impiallacciature) consentì di incollare questi esili fogli su superfici
di
l. comune dando a queste l'apparenza di un
l. pregiato. Oggi i
piallacci vengono prodotti da macchine modernissime (trance, oppure macchine "a
coltello" che funzionano col sistema dei torni) e si riesce a tagliare il
l. anche nello spessore di qualche decimo di millimetro, al punto di
diventare trasparente. Le moderne fabbriche di mobili come il falegname
più sprovveduto usano di continuo le impiallacciature; il massello viene
impiegato soltanto per alcune parti dei mobili come i telai, le gambe, i
profili, ecc. L'avvento del piallaccio portò, come conseguenza, la
produzione - da parte della grande industria - dei
l. compensati. A tale
invenzione contribuì notevolmente il nuovo stile dei mobili e il radicale
orientamento tecnico sorto nell'ultimo cinquantennio. Il
l. compensato
eliminò i problemi creati dall'instabilità del
l. naturale.
Esso è composto da una serie di strati di
l. tranciato (od anche
sfogliato), ciascuno di un millimetro circa di spessore, incollati assieme. I
fogli di
l. sono sovrapposti in modo che le fibre si intersechino a 90
gradi, alternativamente. È questo intreccio delle fibre del
l. che
assicura la solidità, la robustezza e la stabilità al prodotto
perché il movimento del legname, dovuto alla dilatazione, viene
totalmente annullato. Le collature usate sono a base di resine speciali o di
colle caseiniche e vengono fatte con vari sistemi (a freddo, a caldo, a secco, a
umido o a pila). Le essenze più adoperate per la costruzione di
l.
compensati sono il pioppo, la betulla, il faggio, ecc. Talvolta, mentre gli
strati interni - sempre in numero dispari (3, 5, 7, ecc.) - sono di
l.
comune, le due facce esterne vengono "placcate" con essenze pregiate od anche
con laminati plastici. Ciò, naturalmente, facilita non poco il lavoro dei
falegnami che evitano il lungo e laborioso uso dell'impiallacciatura. I pannelli
di
l. compensato possono arrivare anche a 20/24/30 millimetri di spessore
mentre le dimensioni del foglio variano da 155 x 155 cm a 120 x 210 cm e
più. • St. - Si può dire che la grande diffusione del
l. in natura, la facilità con cui esso può essere lavorato,
la sua resistenza e la sua leggerezza sono stati gli elementi che hanno indotto
l'uomo primitivo a costruire le sue prime capanne servendosi di questo prezioso
materiale. I resti di terramare e di palafitte lo testimoniano. Purtroppo le
prime costruzioni, assai deteriorabili, sono andate disperse, ma ciò non
toglie che sia logico supporre l'impiego, da parte dell'uomo, del materiale che
egli aveva più a portata di mano e che, anche con la selce, riusciva a
lavorare senza eccessive difficoltà. Fin dal primo momento, comunque, la
fondamentale caratteristica dell'architettura del
l. è fornita
dall'intelaiatura formata da più pezzi fissati l'uno all'altro per mezzo
di legature o di incastri e, più tardi, con l'uso di chiodi e di acconce
sagomature del
l. stesso. Da principio le intelaiature vennero rivestite
con pelli, con frasche od altro materiale; poi, a poco a poco, vennero usati
tamponamenti di
l. (in lastre, in assi, ecc.), di pietra, di mattoni o di
laterizi intonacati o no. Per tutto il periodo miceneo i Greci fecero uso di
strutture di
l. per i loro edifici. I Romani usarono
l. per
soffittature e cassettoni, per coperture di case, per dare un tetto alle
pensiline in aggetto o ai balconi. Furono proprio i Romani a rendere comune
l'uso delle capriate di
l. (travature triangolari), tanto sfruttate anche
nella costruzione di antiche basiliche cristiane. Nel Medioevo, poi,
l'architettura gotica ricorse al
l. per le coperture di magnifiche
cattedrali come quelle di Reims e di Chartres o dell'Abbazia di Westminster.
Soltanto il
l. poteva permettere di ridurre al minimo lo spessore delle
strutture e consentire la decorazione per mezzo dell'intaglio. Durante il
Rinascimento si utilizzò il
l. per i solai e le soffittature a
vista, semplici o a cassettoni, come testimoniano splendidi esempi in Toscana e
a Venezia. Soffitti che, nell'età barocca, vennero arricchiti dal libero
movimento delle curve e dalle policrome decorazioni. E molte navate, nelle
chiese, traggono motivo decorativo dalle capriate volutamente lasciate in vista.
Anche l'architettura musulmana ricorse all'impiego del
l. nella struttura
delle coperture, degli sbalzi, dei loggiati e in quelle centinate e ricoperte di
gesso che si trovano in tante moschee. Anche in India, in Indocina, nell'Estremo
Oriente il
l. viene spesso adoperato e molto sapientemente. Ancor oggi
nell'Europa centrale e settentrionale, le strutture lignee hanno funzione
fondamentale. Comunissime sono le ossature costituite da travi di
l.
orizzontali e verticali, oppure riunite in controventature a croce di
Sant'Andrea od anche semplicemente oblique. Nel Paesi della Scandinavia, poi, e
in talune regioni degli Stati Uniti d'America o del Canada, troviamo case
completamente costruite in
l.: pareti portanti, orizzontamenti, copertura
e pavimenti. È il ritorno all'antica capanna preistorica ma progettata e
costruita secondo un'intramontabile tradizione e con l'ausilio di abilissimi
artigiani che dispongono di moderni utensili. D'altronde, poi, anche in Italia
possiamo imbatterci in qualche baita, in qualche villa di montagna nelle quali
il
l. ha parte importantissima. Oggi, nell'edilizia moderna, il
l.
sta assumendo nuova importanza per merito delle costruzioni prefabbricate che si
basano principalmente sull'impiego del
l. (strutture, tamponamenti,
coperture) e del ferro. Case di campagna, villette al mare o in montagna,
piccoli capannoni, chiese possono essere realizzati in breve tempo grazie
all'uso di elementi precedentemente studiati e costruiti in serie. Travi,
travette, morali, assi, perline, ricavate dal
l. naturale, si trovano
già pronte in commercio nelle misure più richieste così
come si trovano i pannelli di tamponamento realizzati con compensati, paniforti
od altro. Anche in un altro campo dell'edilizia il
l. potrà essere
difficilmente sostituito: i serramenti. Porte e finestre per esterni e per
interni trovano nel
l. il materiale più adatto e forse più
economico per la loro costruzione. I serramenti esterni, che abbisognano di
maggior resistenza e che devono rispondere a particolari requisiti di sicurezza,
vanno costruiti con legnami ben stagionati usando essenze adatte quali il pioppo
o l'ontano (laccati), il castagno, il rovere. il ciliegio, il pero o il noce (se
lucidati a cera). Le porte esterne richiedono quercia, larice o pitch-pine.
Anche le persiane avvolgibili, che hanno sostituito lo scuretto e la gelosia,
sono formate da liste di
l. (o di materie plastiche, anche) agganciate
fra loro e snodabili. Il
l. migliore è senz'altro il pino di
Svezia che, in seguito a speciali trattamenti, può dare garanzia di
stabilità. Perline di
l. vengono tutt'oggi adoperate per rivestire
le pareti interne onde evitare l'umidità e anche per dare un tono
più prezioso e più intimo a certi locali. Tali perline possono
essere preparate con
l. comuni oppure con essenze pregiate quali il
mogano, la quercia, il palissandro, il teak, ecc. Listelli di
l. vengono
pure adoperati per realizzare pavimenti a
parquets, molto intimi e che
danno un senso di calore. • Arte - Fin dalle più antiche
civiltà il
l. venne usato dagli artisti come materiale da
scolpire, da incidere, da intagliare. Maestri nell'arte del
l. furono gli
Egizi: nelle tombe dei faraoni furono scoperte suppellettili, mobili,
sarcofaghi, modelli di barche e vere e proprie sculture ricavate da
l.
pregiati, spesso dipinti. Al museo del Cairo è conservata una statua
lignea detta di
Ka-aper, alta 110 centimetri: nella tomba di Hesirê
venne alla luce un pannello di
l. scolpito a rilievo. Al Metropolitan
Museum di New York ci sono alcune bambole di
l. dipinto che furono
trovate in una tomba di Der el Bahari. La famosa
Portatrice di offerte
è in
l. stuccato e dipinto; di
l. è pure la
statuetta di Imeretnebes conservata al museo di Leida. Frammenti di sarcofago
ligneo con geroglifici smaltati furono reperiti a Ermopoli. Altre statuette
lignee si trovano al Museo di Berlino, al Louvre; suggestiva la testa della
regina Teje, in ebano, con incrostazioni d'oro e di stucco, visibile a Berlino.
Anche gli antichi Sumeri usarono il
l. in varie opere d'arte; strumenti
musicali con molte parti scolpite in
l., come la famosa arpa detta di
Shub-ad, erano dei veri gioielli. Così pure i Greci e i Romani si
servirono del
l. per costruire mobili intarsiati, per scolpire statuette
votive e ornamentali, per decorare particolari architettonici come, d'altronde,
facevano già altri popoli del passato nell'Estremo Oriente (Cina, India,
Giappone, ecc.). Famose sono diventate le sculture e le maschere di
l.
dovute all'arte primitiva dei popoli dell'Africa Nera, della Nuova Guinea, di
Sumatra, di Giava; e quelle, antiche, delle genti dell'America centrale e del
Sudamerica. Anche i Pellirosse lavorarono il
l. per farne simboli di
divinità, totem, pali da sacrificio; persino gli Eschimesi, nelle cui
terre il
l. è raro, crearono oggetti artistici od utensili
decorati ricavandoli da rami d'albero o da tronchi che il mare abbandonava sulle
rive. Ma fu dopo la venuta di Cristo che gli artisti ricorsero spesso al
l. per realizzare le loro sculture, i bassorilievi, gli altorilievi, le
incisioni, gli intarsi su parti architettoniche di edifici o su mobili di
pregio. Del V sec. è la splendida porta di
l. scolpito della
chiesa di Santa Sabina in Roma. Altro esempio è la porta di Sant'Ambrogio
a Milano (purtroppo oggi ridotta in frammenti) e quella di San Pietro ad Alba
Fucense (dell'XI sec.). Le cattedrali gotiche e rinascimentali conservano
magnifici e colossali cori scolpiti nel
l. (Siena, Ferrara, Venezia,
Orvieto, Verona, ecc.) e altari o grandi tavole d'altare (ancone). Tra gli
autori più importanti ricordiamo Cozzi da Vicenza, Giovanni da Biaso, i
fratelli Tonchio (a Siena) e, più tardi, Donatello col suo
Crocifisso che si trova in Santa Croce a Firenze, con il
Battista
della chiesa dei Frari a Venezia, con la
Maddalena del Battistero di
Firenze. E ancora Brunelleschi che scolpì il
Crocifisso di Santa
Maria Novella, Baccio d'Agnolo che lavorò le tarsie dello studiolo del
duca Federico nel Palazzo Ducale di Urbino, Brustolon, Pianta, Jacopo Piazzetta.
Ma in tutta Europa esistono lavori in
l. che stupiscono per la loro
perfezione, per la loro bellezza. La
Madonna del duomo di Essen, la
Porta della chiesa di Santa Maria in Campidoglio, a Colonia ed altre
sculture di Grasser, di Stoss, di Pancher in Germania e nel Tirolo (e di
riflesso nella zona alpina italiana: il magnifico organo del duomo di Tirano,
per esempio). In Spagna è conservato il bellissimo coro della cattedrale
di Cordoba, che risale al 1758, dovuto all'estro di Pedro Cornejo. In Francia i
cori famosi di Amiens e di Rouen, opere di Jacques de Baerze. All'epoca del
Barocco in Italia eccellono nell'arte dello scolpire il
l. i Salmoiraghi,
i genovesi Parodi, i Capra e i meridionali Mittolo e Coticcio. È
diffusissima la moda di intagliare e di intarsiare i mobili in tutta l'Europa.
Nel 1700 imperano il Rococò francese e quello veneziano; il
l.,
oltre che intagliato, viene dipinto, dorato oppure laccato, seguendo ricette
segrete. In Inghilterra Chippendale, coi suoi mobili intagliati, detta legge.
Anche gli strumenti musicali sono oggetto delle amorose cure di artisti del
l. Vere e proprie sculture adornano gli organi di Domenico di Lorenzo da
Lucca, quelli di Giangiacomo Antegnati (Brescia, vecchio duomo), l'organo della
cattedrale di Salamanca. • Mus. - Al plurale, classe di strumenti a fiato
dotati di corpo centrale in
l. (ottavino, flauto, oboe, corno inglese,
clarinetto, fagotto, controfagotto).
CARATTERISTICHE E IMPIEGHI DI ALCUNI LEGNI
|
NOME VOLGARE (e specie
botanica)
|
PRINCIPALI
PROVENIENZE
|
COLORAZIONE
|
IMPIEGHI
PRINCIPALI
|
ABETE BIANCO(Abies alba o
pectinata)
|
Europa centrale e meridionale
|
Bianco-giallastro, con venature
rossastre
|
Cellulosa e carta, fale-gnameria,
carpenteria
|
ABETE ROSSO(Picea excelsa)
|
Europa sett. E centrale
|
Bianco paglierino, con venature
regolari
|
Strumenti musicali, fale-gnameria, imballaggi,
carpenteria, costruzioni
|
ACERO DA ZUCCHERO(Acer saccharum)
|
Stati Uniti, Canada
|
Bruno-rossastro chiaro
|
Pavimenti, mobili, ebanisteria
|
ACERO MONTANO(Acer pseudoplanatus)
|
Europa, Asia occ.
|
Bianco-giallastro
|
Strumenti musicali, mobili,
rivestimenti
|
AGRIFOGLIO(Ilex aquifolium)
|
Europa, Caucaso, Africa sett.
|
Avorio o bianco verdastro
|
Lavori al tornio
|
BETULLA EUROPEA(Betulla pendula e
Pubescens)
|
Europa, Asia sett.
|
Bianco-giallastro
|
Lavori al tornio, carta
|
BOSSO(Buxus sempervirens)
|
Europa merid., Asia Minore, Asia
occ.
|
Giallo limone
|
Strumenti musicali, intarsio, lavori al
tornio
|
CARRUBO(Ceratonia siliqua)
|
Regioni mediterranee, Asia Minore
|
Bruno-roseo
|
Ebanisteria, intarsio, attrezzi
agricoli
|
CASTAGNO(Castanea sativa)
|
Regioni mediterranee
|
Giallo-bruno
|
Mobili, infissi, paleria
|
CEDRELA(Cedrela)
|
America tropicale
|
Rosso-brunastro o porporino
|
Mobili, falegnameria
|
CILIEGIO(Prunus avium)
|
Europa, Asia occ., America sett.
|
Bruno chiaro o rossastro
|
Strumenti musicali, mobili,
pavimenti
|
CIPRESSO(Cupressus sempervirens)
|
Regioni mediterranee, Asia Minore
|
Bruno-rosato
|
Mobili, ebanisteria, lavori al
tornio
|
CORBEZZOLO(Arbutus unedo)
|
Regioni mediterranee
|
Rosso-bruno
|
Artigianato
|
EBANO(Diospyros ebenum)
|
India, Ceylon
|
Bruno-nerastro
|
Ebanisteria, artigianato
|
EUCALIPTO(Eucalyptus botryoides)
|
Australia, Italia
|
Bruno
|
Cellulosa da fibre tessili
|
FAGGIO(Fagus silvatica)
|
Europa
|
Roseo, con raggi midollari evidenti
|
Mobili, arredamenti, compensati
|
FRASSINO(Fraxinus excelsior)
|
Europa, Asia Minore
|
Bruno chiaro
|
Attrezzi sportivi, manici
|
GELSO(Morus alba)
|
Europa centro-merid., Asia centrale,
Cina
|
Bronzeo o giallastro
|
Attrezzi agricoli
|
GINEPRO(Iuniperus communis)
|
Europa, Asia sett., Africa sett., America
sett.
|
Bruno o rossastro
|
Intarsio, lavori al tornio
|
IPPOCASTANO(Aesculus Hippocastanum)
|
Europa, Caucaso
|
Bianco-roseo
|
Imballaggi, tavolame
|
LARICE(Larix europaea)
|
Europa Centrale, Alpi, Sudeti,
Carpazi
|
Roseo-bruno o rossastro
|
Costruzioni edili, navali,
idrauliche
|
LAURO(Laurus nobilis)
|
Regioni mediterranee
|
Bianco-rosato o bruniccio
|
Intaglio, lavori al tornio
|
LECCIO(Quercus ilex)
|
Regioni mediterranee
|
Rosso-bruno
|
Attrezzi agricoli, costruzioni
nautiche
|
MOGANO(Swietenia mahogani)
|
America centrale, Indie occ.,
Venezuela
|
Giallo o rossastro
|
Ebanisteria, mobili
|
NOCE (Juglans regia)
|
Europa, Asia Minore, Asia occ.
|
Bruno o grigiastro
|
Mobili, arredamenti, pavimenti,
intarsio
|
OLIVO(Olea europaea)
|
Regioni mediterranee
|
Giallo-bruno
|
Ebanisteria, intarsio, lavori al
tornio
|
OLMO(Ulmus campestris)
|
Europa, Asia, Africa sett.
|
Bruno
|
Mobili, pavimenti, costruzioni
navali
|
ONTANO(Alnus glutinosa)
|
Europa centrale, Asia occ., Africa
sett.
|
Bianco-rossastro
|
Intaglio, lavori al tornio
|
PALISSANDRO(Dalbergia)
|
Asia, Africa, Brasile
|
Bruno o violetto
|
Mobili, strumenti musicali, ebanisteria,
|
PERO(Pyrus communis)
|
Europa centro-merid., Asia occ.
|
Rossastro
|
Xilografie, strumenti musicali,
intarsio,
|
PINO DOMESTICO(Pinus pinea)
|
Regioni mediterranee
|
Bruno-rossastro
|
Falegnameria, imbarcazioni
|
PINO MARITTIMO(Pinus pinaster)
|
Regioni del Mediterraneo occ.
|
Bruno-rossastro
|
Falegnameria, imbarcazioni
|
PINO MONTANO(Pinus pumilio)
|
Europa
|
Roseo-bruno
|
Mobili
|
PINO SILVESTRE(Pinus sylvestris)
|
Europa, Asia
|
Bruno-rossastro o rosato
|
Falegnameria, costruzioni,
serramenti
|
PIOPPO BIANCO(Populus alba)
|
Europa, Asia occ., Africa sett.
|
Giallo-bruno
|
Strumenti musicali, imballaggi
|
PIOPPO NERO(Populus nigra)
|
Europa centrale, Asia centrale
|
Biancastro
|
Fiammiferi, carta, mobili
|
PLATANO(Platanus orientalis)
|
Europa, Asia Minore
|
Marrone scuro
|
Falegnameria, mobili, incisioni
|
QUERCIA ROSSA(Quercus phellus)
|
Stati Uniti sud-orientali
|
Bruno-rossastro
|
Mobili, costruzioni edili
|
ROBINIA(Robinia pseudacacia)
|
Europa, Stati Uniti
|
Bruno-bronzeo
|
Paleria, doghe
|
ROVERE(Quercus robur)
|
Europa
|
Giallo-bruno
|
Costruzioni navali ed edili, mobili,
pavimenti
|
SALICE BIANCO(Salix alba)
|
Europa, Asia centro-occ.
|
Bianco-rosato
|
Imballaggi, tavolame
|
SUGHERA(Quercus ilex)
|
Regioni mediterranee, coste atlantiche
europee
|
Rosso-bruno
|
Imbarcazioni, lavori idraulici
|
TASSO(Taxus baccata)
|
Europa, Asia Minore, Africa sett.
|
Rosso arancio
|
Mobili, lavori al tornio
|
TEAK(Tectona grandis)
|
Africa tropicale, Birmania, Indocina,
Thailandia
|
Bruno-giallastro
|
Falegnameria, mobili, costruzioni navali,
pavimenti
|
TIGLIO(Tilia vulgaris)
|
Europa centro-merid.
|
Biancastro
|
Mobili, intaglio, lavori al tornio
|
Chiesa di legno a Vik (Norvegia)