eXTReMe Tracker
Tweet

Legname.

Legno destinato alla lavorazione, in particolare alla trasformazione in materiale da costruzione. Nonostante vengano oggi impiegate altre materie prime per le costruzioni, il legno, in virtù delle sue caratteristiche, è ancora utilizzato ampiamente come materiale da edificazione. ║ L. da costruzione: legno utilizzato per costruzioni edilizie come armature, impalcature, allestimento di edifici; per costruzioni stradali (ponti, traversine, pali telegrafici), oppure per costruzioni navali o idrauliche. Si tratta di parti di albero dotate di speciali caratteristiche di forma, di resistenza alla compressione e alla flessione, al tarlo, all'infracidimento, ecc. Il l. che va posto in opera sott'acqua o che rimane esposto alle intemperie o che viene conficcato (o sepolto) nel terreno, è scelto fra quelli resinosi. Inoltre, nei casi che richiedono una maggior sicurezza contro le alterazioni per cause esterne, il l. viene impregnato con sostanze antisettiche (catrame, cloruro di zinco, solfato di ferro, ecc.). Per le costruzioni edilizie si dà la precedenza al rovere, alpino, all'abete rosso o bianco; per opere di idraulica si preferiscono il pino, l'olmo, il larice, la quercia, l'ontano, ecc. Per i pali delle linee telegrafiche e telefoniche vengono usati il castagno, il pino silvestre, il larice o l'abete, mentre per pavimentazioni si ricorre al legno di Teak, al pitch-pine o al legno del ferro (legni esotici). ║ L. da lavoro (o da opera): è generalmente fornito dai tronchi d'albero che tagliati, segati e piallati, sono ridotti in tavole, in travicelli, in liste, in blocchi di varia forma e misura. Serve per lavori di falegnameria, di carpenteria o per la costruzione di botti e affini, per la fabbricazione di carri, carrozze, parti di carrozzeria, per infissi. L'olmo, la quercia e il frassino sono impiegati dai carradori, mentre i bottai usano il rovere, il rovere di Slavonia, alcune specie di quercia, il larice, il faggio, ed altri. Per la costruzione di porte e di finestre vanno bene i legni di quercia, di castagno, di pioppo e di pitch-pine. ║ L. da ebanistica: è quello che, per il suo bell'aspetto, per le venature, per il colore, viene usato per la costruzione di mobili di lusso, soprammobili, sculture, strumenti musicali (l. di risonanza), ecc. Essendo un legno duro, denso e compatto, può facilmente essere lavorato al tornio o intagliato; permette anche perfetta levigatura e lucidatura. I legni usati per fabbricare i mobili sono soggetti alla moda. Accanto a varie qualità di legni nostrani che per secoli furono usati nella fabbricazione dei mobili, ci sono oggi molti legni importati dall'estero e specialmente dalle regioni tropicali. Fra i legni nostrani segnaliamo il noce, l'acero, il rovere, il frassino, la betulla, il ciliegio. Fra quelli esotici il teak, il palissandro, il mogano, il paduca, il cedro, l'ebano, lo zebrano, il noce di Mansonia ed altri numerosi. I legni più indicati per la lavorazione al tornio o per l'intaglio sono il bosso, l'ulivo, l'ontano, il noce, il pero, il corniolo, l'olmo, ecc. ║ Valore del l.: molti fattori influiscono sull'effettivo valore del l.: la fibra, che può essere grossa, corta, fine, e che influisce notevolmente sulla maggior o minor scheggiatura del l. durante la lavorazione; il volume e la regolarità del tronco, elementi importanti specialmente per quanto riguarda il materiale da costruzione; la durezza, dalla quale dipende spesso la destinazione e l'uso di un dato l. e che, in parte, contribuisce al costo del legno stesso in quanto influisce sul prezzo di abbattimento dell'albero (legni molto duri, come il bosso e il guajaco, possono servire alla fabbricazione di ingranaggi o alle pavimentazioni); la resistenza alla trazione, alla flessione e alla compressione, importantissima nel calcolo delle strutture portanti; la densità apparente che, legata alla stagionatura del legno, all'età, alla struttura cellulare, ecc., influisce notevolmente sulla resistenza del l.; la resistenza all'acqua, agli insetti, agli agenti atmosferici, elemento determinante per la scelta del l. da usare per talune costruzioni specializzate. Una graduatoria fra i vari l., a proposito di tale resistenza, può essere la seguente: quercia, larice, frassino, olmo, faggio, castagno, abete, ontano, noce, pioppo. ║ Difetti del l.: i più comuni sono le fenditure, centrali o periferiche, in genere dovute a sbalzi di temperatura (gelo-disgelo); i nodi, che possono staccarsi dal legno lasciando dei fori e rendendo difficile la lavorazione; le cipollature, che sono delle fenditure circolari; le lunature, che consistono in strati non lignificati (falso alburno) e perciò non aderenti al legno; le ferite dovute a cause estranee (incisioni, tagli, ecc.), che possono danneggiare la lavorazione come le fenditure e le cipollature; il marciume causato da malattie o dall'umidità; la facilità all'imbarcamento, per cui il legno sul quale dilatazione e contrazione non agiscono uniformemente, si curva (si imbarca). In Italia il l. si commercia a metri cubi. ║ Stagionatura del l.: premesso che gli alberi vanno abbattuti seguendo regole particolari riguardanti la stagione, il tipo di pianta e le caratteristiche tecniche che il legno deve offrire, il l. abbattuto deve essere sottoposto alla stagionatura. Questa operazione serve ad eliminare l'acqua contenuta nel legno e va effettuata, di solito, dopo che il tronco è stato segato in assi, travi, panconi, morali, ecc. La stagionatura può essere praticata naturalmente, tenendo il l., ben accatastato, in locali adatti al riparo dalle intemperie ed ha una durata che dipende dalla qualità del l. Il noce, per esempio, richiede 4 anni di stagionatura, 3 ne occorrono invece per il faggio. Oggi la stagionatura è ottenuta artificialmente o sottoponendo il legno a vaporizzazione forzata e successivamente ad essiccazione seminaturale. ║ Conservazione del l.: poiché il legno è soggetto ad alterazioni causate da microrganismi che disgregano i tessuti, esso va impregnato con sostanze atte ad impedire lo sviluppo di quei microrganismi. La semplice verniciatura a base di olio di lino è già una buona protezione; ma il sistema detto ad immersione o quello per iniezione (che agiscono fino agli strati più interni del legno) garantiscono una più duratura e più completa conservazione. Come sostanze impiegate ricordiamo il cloruro di mercurio (ovvero sublimato corrosivo), il cloruro di zinco, il creosoto, l'acido fenico, il solfato di rame, ecc. Quando il tarlo ha già iniziato la sua opera distruttrice su un mobile, per esempio, bisogna iniettare in ogni singolo foro - per mezzo di una siringa - uno dei veleni suddetti e poi, con un po' di stucco (o di cera) tappare il buco. Utili anche per combattere gli insetti xilofagi sono il petrolio, gli oli derivati dal catrame, il bitume e, talvolta, anche una soluzione di tabacco. ║ Cascami e detriti del l.: dalla lavorazione del legno si ottengono alcuni residui: la segatura (in quantità che varia dal 3 al 10% del legno lavorato), che può essere grossolana come quella ottenuta dalle grandi segherie nella preparazione di travi, assi, ecc., o fine sul tipo di quella derivata dalle falegnamerie; può essere umida o asciutta e di colori vari. La segatura può essere usata come lettiera per animali, come combustibile, come materiale da imballaggio, da isolamento, o per la fabbricazione di legni artificiali, del linoleum, dell'acido ossalico, per la preparazione di alcuni esplosivi, di spirito ed anche di zuccheri; i trucioli, prodotti dalla piallatura, che vengono adoperati come combustibile oppure per imballaggi (paglia di legno); la farina di legno, che è una polvere impalpabile, leggera, morbida, usata in varie industrie.