Qualsiasi cosa con cui si lega o che tiene legato. ║ Ciò che
unisce, concatena più cose; nesso logico. ║ Vincolo di parentela,
affettivo, morale. • Chim. -
L. chimico: con questo nome si
definiscono le modalità attraverso le quali gli atomi di vari o di uno
stesso elemento si possono legare gli uni con gli altri. Per esporre le teorie
che regolano questo tipo di unione fra gli atomi è necessario richiamare
alcuni elementi di chimica strutturale. In un atomo isolato ciascun elettrone
è soggetto soltanto all'influenza del nucleo e degli altri elettroni, ma
quando due atomi si uniscono, gli elettroni dell'uno subiscono anche l'influenza
degli elettroni e del nucleo dell'altro. Pertanto quando due atomi vengono in
contatto la sistemazione elettronica deve modificarsi. Può darsi che per
effetto di questa modificazione il sistema dei due atomi pervenga ad un sistema
più stabile, cioè ad un contenuto energetico minore, rispetto a
quello costituito dai due atomi isolati. In tal caso fra i due atomi si
stabilisce una forza attrattiva, si forma cioè quello che si dice un
l. chimico. Un problema a parte e quello dei livelli energetici che
questa nuova configurazione determina nella molecola. È chiaro che in
essa i livelli energetici occupati dagli elettroni saranno analoghi a quelli
presenti nell'atomo isolato e verranno chiamati orbitali molecolari; ragioni di
studio inducono però a modificare questa realtà considerando gli
atomi costituenti come se fossero atomi isolati eccetto che uno o più
elettroni dell'orbita esterna di un atomo possono sistemarsi nell'orbita esterna
di un altro. Questo metodo di trattare i
l. fra atomi, utilizzato in
chimica elementare, viene anche chiamato
metodo degli orbitali atomici
appunto perché esso utilizza i livelli energetici degli atomi isolati, ed
a questo metodo ci atterremo, per semplicità, nella trattazione del tema.
L'unione fra due atomi si può verificare attraverso due modalità
fondamentali, caratterizzando ciascuna un particolare tipo di
l. chimico:
vi è il caso in cui si verifichi un definitivo passaggio di elettroni da
un atomo all'altro (
l. ionico), o viceversa, il caso in cui un certo
numero di elettroni vengano messi in comune da vari atomi (
l. covalente).
La formazione di un
l. ionico è maggiormente probabile fra due
atomi di cui uno abbia basso potenziale di ionizzazione e l'altro alta
affinità elettronica, ad esempio tra atomi di cloro e di sodio. Un atomo
di sodio ha infatti un basso potenziale di ionizzazione, cioè basso
è il valore dell'energia richiesta per allontanare un elettrone
dall'orbita esterna dell'atomo, l'atomo di cloro d'altra parte ha alta
affinità elettronica, cioè alto è il valore dell'energia
sviluppata quando un elettrone entra nella sua orbita esterna. Ammettendo che
questi due atomi vengano in contatto si osserverà come mentre prima del
contatto il sodio aveva un elettrone di valenza ed il cloro sette, il sodio
perda il suo elettrone, restando carico positivamente, mentre il cloro porti ad
otto i suoi elettroni di valenza, caricandosi negativamente: si sono quindi
formati due ioni di carica opposta che attraendosi vengono a formare tra di loro
un
l. ionico chiamato anche
l. elettrovalente. In questo tipo di
l. il numero di elettroni perduti da una specie atomica deve essere
uguale a quello acquistato dall'altra specie: nel caso esposto, ad esempio,
è necessario un atomo di sodio per ogni atomo di cloro. È
importante notare come, dopo la reazione, sia il sodio sia il cloro abbiano
nelle loro orbite esterne un ottetto completo di elettroni: è infatti
regola generale che quando si formi un
l. ionico il numero di elettroni
trasferito da un atomo all'altro sia tale che gli ioni che si formano abbiano un
ottetto completo nell'orbita esterna, assumendo cioè una configurazione
elettronica fra le più stabili. Poiché in genere gli elementi a
sinistra nella tavola periodica degli elementi hanno bassi potenziali di
ionizzazione, mentre quelli a destra hanno alte affinità elettroniche, i
l. ionici si formano di preferenza fra questi due tipi di elementi. I
metalli alcalini (I gruppo) reagiscono ad esempio con tutti gli alogeni (VII
gruppo) formando
l. ionici. Così pure i metalli del II gruppo per
lo più reagiscono con gli alogeni e con gli elementi del VI gruppo. Tutti
questi composti rassomigliano in genere al cloruro sodico, in quanto tutti sono,
a temperatura ambiente, dei solidi bianchi, fragili, solubili in acqua con
formazione di soluzioni che conducono bene la corrente elettrica. Tutti inoltre
fondono a temperature relativamente elevate. Molti dei
l. chimici
tuttavia non possono essere spiegati come l'effetto di un trasferimento di
elettroni da un atomo all'altro. Ad esempio non è pensabile che nella
molecola dell'idrogeno uno dei due atomi sia in grado di sottrarre un elettrone
all'altro atomo, assolutamente identico. In questo caso si ammette che gli
elettroni vengano condivisi dal due atomi formando ciò che si chiama un
l. covalente. Nel caso più semplice che è quello
dell'idrogeno la coppia degli elettroni che risulta dall'unione dei due atomi
soddisfa alla duplice esigenza di stabilire il
l. e far assumere ai due
atomi una configurazione elettronica stabile (due elettroni saturano la valenza
di ciascun atomo); nessuno dei due atomi ha comunque la possibilità di
acquistare definitivamente entrambi gli elettroni. Non si deve però
dimenticare che le formule elettroniche che rappresentano i
l. chimici
mediante coppie di elettroni comuni a più atomi costituiscono una
descrizione molto semplicistica della realtà: esse infatti sembrano
implicare che solo quelle coppie di elettroni siano comuni a più atomi,
mentre in effetti poiché tutti gli elettroni risentono dell'attrazione di
entrambi i nuclei, tutti gli elettroni facenti parte della molecola sono messi
in comune. Alla distinzione fra
l. ionico e
l. covalente si
affianca un'altro tipo di distinzione quella fra
l. polari e
l. non
polari. La distinzione si applica all'interno dei
l. covalenti e
permette di rappresentare la distribuzione delle cariche elettriche in un
l. Nel caso in cui la coppia di elettroni comuni abbia la stessa
possibilità di trovarsi attorno ad un nucleo come attorno all'altro, il
"centro di gravità" delle cariche negative coinciderà col centro
della molecola; la molecola sarà quindi neutra non solo in quanto
contiene un egual numero di cariche positive e negative (protoni ed elettroni)
ma anche perché il centro delle cariche positive coincide con quello
delle cariche negative. La molecola sarà dunque non polare; essa
presenterà un
l. non polare in quanto la coppia di elettroni
è egualmente ripartita fra i due nuclei. Nel caso in cui invece il centro
delle cariche positive non coincida con quello delle cariche negative, la
molecola sarà si elettricamente neutra, in quanto contiene un egual
numero di protoni ed elettroni, ma in essa, a causa dell'ineguale ripartizione
della coppia di elettroni si evidenzierà su un estremo della molecola una
carica negativa, mentre sull'altro una positiva. Molecole che presentino queste
caratteristiche vengono chiamate
molecole polari e qualsiasi
l. in
cui non vi sia esatta ripartizione degli elettroni comuni è detto
l. polare. La presenza di queste caratteristiche fa definire la molecola
come un
dipolo che presenterà certe caratteristiche
(principalmente tendenza all'orientamento in un campo elettrico) capaci di
influenzare le caratteristiche dei
l. che si sono stabiliti all'interno
della molecola. Un'ultima notizia riguarda l'
energia di l. ovvero la
quantità di energia necessaria per rompere un
l. chimico
ritornando agli atomi neutri originari. La misura dell'energia di
l. si
determina misurando il calore sviluppato in una reazione chimica. Fra i
l. chimici vengono annoverati inoltre anche due particolari tipi di
l.: il
l. metallico e il
l. di idrogeno. Questi due tipi di
l. esulano dalle modalità caratteristiche dei
l. covalenti
o ionici e per questo la chimica descrittiva riserva loro un posto particolare.
Il
l. metallico è caratterizzato dalla mobilità degli
elettroni che formano il
l.; questa mobilità interna ad ogni
molecola è la responsabile delle caratteristiche proprie dei metalli ed
in particolare della elevata conducibilità elettrica e termica. Il
l.
di idrogeno, invece, detto anche
ponte di idrogeno, è un
l. nel quale un atomo di idrogeno risulta attratto da due atomi
anziché da uno solo, formando, per così dire, un ponte fra i due
atomi interessati. Il
l. di idrogeno può essere ricondotto alle
modalità del
l. ionico in quanto esso si forma soltanto in
presenza di elementi fortemente elettronegativi e quindi elettivamente con
fluoro, ossigeno azoto. Questo tipo di
l. è presente nella
molecola d'acqua e nelle molecole delle proteine alle quali permette di
mantenere la struttura terziaria (ripiegamento su se stessa della molecola
proteica allo scopo di poter meglio resistere a sollecitazioni meccaniche e
chimiche). Dal punto di vista storico la teoria dei
l. chimici si
è venuta definendo attorno ai primi anni del secolo scorso. Fu grazie al
lavoro di Edward Franckland (1825-1899) che formulò la teoria di valenza,
di Kekulè, di Archibald Scott Couper (1831-1892), di Van t'Hoff e di Le
Bel che si poté pervenire alla conoscenza descrittiva del
l.
chimico. Solo molto più tardi però venne definita la teoria
elettronica del
l. soprattutto grazie agli studi di Gilbert Newton Lewis
pubblicati nel 1916 sulla scorta delle osservazioni di Bohr sulla struttura
atomica. • Med. - In neurologia, relazione tra uno stimolo interno (o
esterno) e una determinata attività dell'organismo.
L. temporaneo
è sinonimo di
riflesso condizionato mentre
l. congenito o
stereotipato equivale a
riflesso incondizionato. ║
Doppio
l.: espressione psichiatrica e psicoanalitica indicante una condizione
psichica impossibile da sostenere. Si riferisce specificamente a una situazione
di tipo schizoide o, in senso più vasto, a un particolare comportamento
nevrotico. Secondo la teoria della schizofrenia enunciata da G. Bateson,
l'infanzia dei futuri schizofrenici è caratterizzata da ripetute
esperienze di essere posti, dalla propria madre, in un
l. doppio. Tale
esperienza consiste nell'essere oggetto di richieste emotive incompatibili e
contraddittorie da parte della madre, senza che nessun altro membro della
famiglia intervenga per liberare il bambino dal
l., correggendo il
comportamento della madre. Posto in tale situazione, l'individuo va perdendo la
capacità di distinguere lo stato logico dei pensieri. Infatti, contro la
confusione e contro l'ambivalenza, propria e della madre, viene messo in azione
un meccanismo di difesa, consistente nella perdita della capacità di
capire quelle sfumature che consentono a un individuo di intendere i movimenti e
di valutare le differenze tra significati aperti e significati sottintesi.