Uomo politico francese. Arruolatosi nel 1954 nella legione straniera, combatté
come paracadutista in Indocina e Algeria, Paesi che lottavano per emanciparsi dal dominio
coloniale francese. Eletto deputato per il Partito qualunquista di Pierre Poujade nel 1956,
nel 1972 fondò il Front National, un'organizzazione di estrema destra di cui divenne
il leader carismatico.
L.P. incentrò le sue battaglie essenzialmente contro
l'immigrazione nord-africana, definita fonte di criminalità e di disoccupazione per
i Francesi, e a difesa dell'identità nazionale, riuscendo a ottenere un ampio consenso
popolare. Alle elezioni legislative del 1986 il Front Nazional conobbe una notevole avanzata,
dimostrando un forte spostamento dell'elettorato francese verso la destra populista.
L.P.
ottenne in seguito il 14% alle presidenziali del 1988 e il 15% a quelle del 1995. Il Front
National subì una battuta di arresto nel 1998, quando il braccio destro di
L.P.,
Bruno Megret, uscì dal partito portandosi via metà dei dirigenti: il partito toccň
il suo minimo storico, registrando un calo sia alle europee del 1999 sia nelle consultazioni
locali del 2001. Nel 2000
L.P. fu espulso dal Parlamento europeo di Strasburgo per aver
picchiato un candidato socialista. Da sempre immagine di una destra forte, il leader dell'estrema
destra si ricandidò alle presidenziali francesi tenutesi nella primavera 2002, presentandosi
con un volto moderato: superato il premier socialista Lionel Jospin al primo turno del 21 aprile,
si scontrò al ballottaggio (5 maggio) con il presidente uscente J. Chirac. Venne sconfitto
con il 17,79% di preferenze. La netta avanzata dell'estrema destra scatenò un terremoto
elettorale che provocò l'abbandono della scena politica da parte di Jospin e la nomina a
primo ministro del moderato di destra Jean-Pierre Raffarin (n. La Trinité-Sur-Mer, Morbihan
1928).