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Lavelle, Louis.

Filosofo francese. Elemento determinante della sua formazione fu la lettura della Saggio sugli elementi principali della rappresentazione di Hamelin. Mobilitato nel 1914, fu fatto prigioniero a Verdun nel 1916 e trasferito al campo di concentramento di Giessen. Finita la guerra, si dedicò all'insegnamento. Dal 1947 collaborò al giornale "Le Temps" con cronache di volgarizzazione filosofica. L. ha esposto il proprio pensiero in uno stile estremamente preciso e conciso. Sua preoccupazione dominante è stata quella di integrare l'apporto della fenomenologia e dell'esistenzialismo contemporaneo in una ontologia della presenza totale. Ha voluto raggiungere l'uomo non più soltanto nella sua esistenza fuggevole ma nel cuore dell'essere in cui questa esistenza si inserisce e dal quale non si separa mai. Tra le sue opere: La dialettica del mondo sensibile (1922), Dell'essere (1928), La presenza totale (1934), L'io e il suo destino (1936), Dell'atto (1937), L'errore di Narciso (1939), Il male e la sofferenza (1940), Del tempo e dell'eternità (1945), Introduzione all'ontologia (1947) (Saint-Martin-de-Villeréal, Lot e Garonne 1883 - Parranquet, Lot e Garonne 1951).