Stato feudale formato in seguito alla spedizione della quarta crociata e durato
dal 1204 al 1261. La crociata venne finanziata in gran parte da Venezia la
quale, interessata maggiormente ad assicurarsi le rotte del Mediterraneo che non
a liberare il Santo Sepolcro, non esitò a dirottarla su Costantinopoli
prendendo a pretesto la deposizione di Isacco Angelo da parte del fratello
Alessio III. In quattordici giorni Veneziani e crociati riuscirono nel 1203 ad
espugnare Costantinopoli e a rimettere sul trono l'imperatore Isacco ed accanto
a lui il figlio Alessio IV. I crociati esigevano però il pagamento da
parte di questi ultimi di una fortissima somma in denaro per aver loro permesso
di riacquistare il trono usurpato, e di fronte al rifiuto di Isacco a mantenere
questo impegno si diedero al sacco di Costantinopoli (aprile 1204). La conquista
di Costantinopoli e delle zone vicine, in Tracia, in Macedonia e nell'Egeo,
diede l'occasione ai crociati di trasformare la porzione occupata dall'Impero
bizantino in uno Stato crociato latino ad imitazione di quello che i crociati
avevano formato in Palestina ed in Siria (1096-1099). I crociati proclamarono di
voler trasformare l'Impero bizantino in un Impero Latino dei Romani, ma fuori di
esso rimasero tutta l'Asia Minore dove si costituirono l'Impero di Nicea, dei
Paleologhi e di Trebisonda, e l'Epiro dove si costituì il Despotato degli
Angeli Comneni; metà quindi dell'Impero di Nicea, rimaneva in mano ai
dinasti bizantini che non tardarono a coalizzarsi per cacciare i crociati. Il
territorio da questi occupato si limitava dunque alla Tracia, alla Macedonia,
alla Grecia ed alle isole dell'Egeo, e neppure questi territori godevano di
un'organizzazione statale unitaria; difatti Venezia aveva preteso dai crociati,
a saldo degli impegni da questi assunti per il noleggio della flotta veneziana,
il controllo di tutte le isole dell'Egeo e dello Jonio e di tutti i porti greci
e macedoni. Le altre regioni occupate caddero sotto l'autorità del
neoeletto imperatore Baldovino di Fiandra il quale però, per assicurarsi
una serie di protezioni, dovette cedere la Macedonia al Marchese di Monferrato
(Regno di Tessalonica) e la Grecia peninsulare a dinasti francesi (Champlitte,
Vinchardoum). All'interno di questa divisione vigeva il massimo di autonomia
amministrativa e politica pur avendo riconosciuta, ma solo a parole,
l'autorità dell'Impero Latino d'Oriente. Le forze centrifughe che questo
tipo di amministrazione aveva generato all'interno dell'organizzazione
dell'Impero erano aggravate dalla posizione assunta da Venezia che, non
riconoscendo la sovranità dell'imperatore, manovrava per espandersi nel
retroterra rifiutandosi di pagare tasse e dogane ed esercitando uno stretto
controllo su tutte le vie di comunicazione, soprattutto su quelle marittime. Su
questa situazione di instabilità politica si inserivano inoltre i
contrasti tra Baldovino ed il nuovo re di Tessalonica e quelli tra la Chiesa
latina ed i monarchi feudali. Infine la pressione dei dinasti bizantini sui
confini dell'Impero si faceva sempre più grave; già pochi anni
dopo il 1204 l'imperatore Baldovino era stato fatto prigioniero dai Bulgari e
quindi nel 1222 Tessalonica era stata da essi conquistata. Una serie di
conflitti politici internazionali impedì all'Impero Latino di ricevere
gli aiuti del papato e dell'Impero e i dinasti bizantini, forti di questa
situazione di isolamento, sferrarono dal 1250 una serie di attacchi ai territori
imperiali che permisero loro di ottenere la vittoria definitiva nel 1261.
Contributo determinante alla vittoria dei bizantini fu l'alleanza fra Michele
VIII Paleologo imperatore di Nicea e Genova, intenzionata a sostituire Venezia
nei commerci con l'Oriente. Non tutta la zona conquistata nel 1204
ritornò però in mano ai dinasti bizantini: la Grecia peninsulare,
le isole dell'Egeo e dello Jonio rimasero sotto l'influenza occidentale fino al
momento dell'occupazione turca (XV, XVI e XVII sec.) eccezion fatta per le isole
dello Jonio che ne restarono immuni.