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Latini, Brunetto.

Scrittore e critico fiorentino. Fu notaio e cancelliere del Comune fiorentino; di parte guelfa, fu costretto a lasciare Firenze dopo la sconfitta dei suoi a Montaperti (4 settembre 1260) finché, sei anni dopo, le sorti si rovesciarono a Benevento. Passò quasi tutto il periodo di lontananza in Francia, prima a Montpellier, poi a Parigi. Durante il forzato esilio nacquero la Retorica, il Tesoretto, poemetto allegorico rimasto incompiuto e Li livres dou Trésor, prima enciclopedia volgare che si distingue, per il rigore del metodo e per l'impianto laico, dagli altri trattati del tempo. Nel 1266 ritornò a Firenze; nel 1287 pare avesse conosciuto e incoraggiato negli studi Dante. Scrisse anche il Favolello, un'epistola in versi sull'amicizia, diretta al poeta ghibellino Rustico di Filippo. Dante, pur ricreando con affettuosa e riconoscente mestizia ser B. nella Divina Commedia (Inferno, XV, 82-85), lo pone tra i sodomiti, ma di questo nessuna notizia ci è pervenuta dai documenti del tempo (Firenze 1220-1294).