Generale siciliano. Dopo aver partecipato nel 1849 alla campagna per la
rioccupazione della Sicilia fu nominato, nel 1859, tenente generale
dell'esercito del Regno delle due Sicilie. Dopo la vittoria di Garibaldi a
Calatafimi fu inviato dal re Francesco II al comando dell'armata dell'isola.
Giunto a Palermo con ordini contraddittori preferì non uscire ad
affrontare Garibaldi e gli spedì contro il colonnello svizzero Von Mechel
che però non riuscì ad intercettare il grosso delle forze
garibaldine. Il 27 maggio 1860 Garibaldi riuscì ad entrare a Palermo
senza che
L. facesse uso delle batterie dei forti e di quelle della
flotta borbonica e senza impegnare in combattimento i suoi diciottomila uomini.
Presa Palermo,
L. prese contatti con Garibaldi per trattare la resa che
fu firmata il 6 giugno. Successivamente
L. si portò a Ischia dove
si era radunato il Consiglio di guerra che doveva decidere sulla sua condotta ma
che non fece in tempo a imbastire il processo a causa del crollo del regno
borbonico (Palermo 1788 - ?).