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Lamia.

Mitol. - Secondo Duride di Samo, l'antico lessicografo che per primo ne scrisse, L. sarebbe stata una fanciulla di Libia, amata da Zeus dal quale avrebbe avuto due bambini; resa pazza da Era, in preda alla follia L. avrebbe ucciso i suoi due bimbi appena nati e poi, nascosta in una grotta, si sarebbe trasformata in un mostro sanguinario che uccideva tutti i bambini dei dintorni, mossa dall'invidia verso le madri pių fortunate di lei. La leggenda dice anche che L. riceveva nella sua grotta i giovani che essa riusciva a irretire grazie alla sua grande bellezza e, dopo averli sedotti, li uccideva succhiandone il sangue. Il nome di L. si diffuse poi presso gli antichi Greci che lo usavano come spauracchio per i bambini, dipingendo le L. come mostri favolosi, di orribile aspetto, insaziabili di sangue umano, che vivevano nei boschi o in fondo alle grotte per uscirne nottetempo e aggredire i bambini. Il termine rimase poi in uso a indicare streghe, vampiri e simili fantastici esseri crudeli.