Poeta, scrittore e uomo politico francese. L'infanzia serena trascorsa a Milly,
presso Mâcon, ebbe molta influenza sulla sua poesia. Al collegio dei Padri
della fede di Belley,
L. legge Chateaubriand, Ossian, la Bibbia. Finiti
gli studi, non volendo servire il regime napoleonico, tornò a Milly a
contatto con la natura. Un viaggio a Napoli (1811) e un soggiorno in Savoia
(1816) accendono la sua immaginazione. L'amore e la morte della donna amata
(M.me Charles) gli ispireranno le prime liriche. Nulla ci racconta di preciso
intorno ai suoi amori, a colei che chiama Elvira, e in cui forse si identifica
più di una figura di donna oltre quella di M.me Charles. Le due liriche
Le lac e
Le vallon divennero subito popolarissime. Accetta un
posto di segretario d'Ambasciata a Napoli (1821), dove lo accompagna la giovane
sposa Marianne Birch. Col matrimonio inizia per lui un periodo di
felicità, che trova eco nelle
Nouvelles méditations
poétiques. Nominato segretario d'Ambasciata a Firenze, vi resta
cinque anni, dividendo il suo tempo fra i doveri di diplomatico e la poesia. Di
questo periodo sono le
Armonie poetiche e religiose (1830). La
rivoluzione di Luglio lo costrinse a dare le dimissioni. Da lungo tempo
vagheggia l'idea di un grande poema di cui darà più tardi solo dei
frammenti:
Jocelyn (1836),
La chute d'un ange (1838). Eletto
deputato, fa parte a sé. L'immobilismo del governo lo spinge verso il
popolo e, poiché la politica non gli fa dimenticare la letteratura,
scrive la
Storia dei Girondini (1847), esaltazione della democrazia. La
rivoluzione del 1848 lo porta per qualche tempo a capo del governo: il poeta si
trasforma in tribuno, improvvisa discorsi, fa appello all'Europa. Ma il contatto
con la realtà è un fallimento, una delusione; si ritira dalla
politica. Nel 1857 compone la sua ultima opera poetica:
La vigne et la
maison (Mâcon, Saona e Loira 1790 - Parigi 1869).