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Lagrange, Giuseppe Luigi.

Matematico italiano di origine francese. D'ingegno precoce, a 18 anni era professore di matematica alla Scuola Reale di Artigliera di Torino. Già noto per i suoi lavori giovanili, si mise ulteriormente in luce risolvendo il quesito proposto dall'Accademia delle Scienze di Parigi circa il fenomeno della Luna che volge sempre la stessa faccia verso la Terra. Nel 1766 dette la soluzione del problema proposto da Fermat: dato un numero intero, non quadrato, determinare un numero intero e quadrato tale che il prodotto dei due numeri, più uno, dia un quadrato; L. formulò il principio d'una soluzione completa dell'equazione indeterminata di secondo grado a due variabili. Viaggiò a Parigi, dove conobbe Condorcet, d'Alambert e Nollet, poi, chiamato da Federico II, si stabilì a Berlino, alla direzione dell'Accademia, al posto di Eulero. Durante i vent'anni di permanenza a Berlino, L. pubblicò importanti ricerche, di cui citiamo le principali. Nella memoria Sulla figura delle colonne dimostrò che alla conoide (di maggiore larghezza verso il terzo dell'altezza e rastremata verso gli estremi) adottata dagli architetti è preferibile il cilindro, che offre il maximum maximorum di resistenza. Nel trattato sulla percussione dei fluidi determinò la risultante delle pressioni normali esercitate su di un piatto fisso da una vena liquida che vi cade perpendicolarmente. Nelle memorie Sulla risoluzione delle equazioni numeriche dimostrò il teorema: ogni radice incommensurabile d'una equazione di secondo grado a coefficienti interi, sviluppata in frazione continua, genera un quoziente periodico. Si interessò moltissimo della teoria dei numeri, in quest'ordine di idee dimostrò la seguente proposizione scoperta da Bachet de Méziriac: ogni numero intero non quadrato è sempre decomponibile in due, tre o quattro quadrati interi. Tuttavia, l'opera di capitale importanza di L. è la Meccanica analitica composta a Berlino, fondata sul principio del d'Alembert combinato con quello delle velocità virtuali. Il metodo da lui seguito riassume tutte le condizioni di equilibrio d'un sistema materiale, in questa proposizione: la somma dei prodotti di tutte le forze che vi sono applicate, moltiplicate per gli spostamenti dei punti di rispettiva applicazione, è nulla, sempreché gli spostamenti considerati non siano incompatibili con i legami del sistema considerato. Porre l'equazione di un qualunque problema di dinamica diveniva pertanto agevole: bastava eguagliare a zero la somma dei momenti virtuali delle forze applicate all'insieme. Tutte queste importanti scoperte posero L. in condizioni di grande notorietà tanto che, alla morte di Federico, Luigi XVI lo chiamò a Parigi dandogli alloggio al Louvre. La Rivoluzione lo risparmiò; anzi, la Convenzione lo nominò presidente della commissione incaricata di studiare il nuovo sistema di pesi e misure. Un decreto della Costituente gli mantenne la pensione di cui godeva e il Comitato di Salute Pubblica lo dispensò d'obbedire al decreto che prescriveva a tutti gli stranieri di abbandonare il suolo francese. Anche sotto l'Impero godé dei massimi onori, essendo stato creato conte, senatore, membro dell'Istituto e gran croce della Legion d'onore. Delle sue opere citiamo ancora: Teoria delle funzioni analitiche e le Lezioni sul calcolo delle funzioni (Torino 1736 - Parigi 1813). ║ Equazioni di L.: diciamo q1, q2, ..., qn coordinate libere di un sistema olonomo, avente n gradi di libertà, soggetto a vincoli lisci bilaterali. Il movimento del sistema è individuato dalle n relazione qk, = qk (t) (k = 1, 2,....., n). Si chiamano equazioni di L. le n equazioni del sistema

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dove T è l'energia cinetica del sistema materiale e Qk sono le componenti della sollecitazione attiva secondo le coordinate langrangiane qk. Nel caso particolarmente importante in cui la sollecitazione attiva sia posizionale e conservativa, le equazioni di L. assumono la forma

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In queste equazioni interviene l'unico elemento L che sintetizza la natura del sistema materiale e la sua sollecitazione conservativa. La funzione L = L(q/LAFERTE04.png/t) = T(q/LAFERTE04.png/>/t) - V, differenza fra l'energia cinetica T e l'energia potenziale V, è detta funzione lagrangiana.