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Lachelier, Jules-Esprit-Nicolas.

Filosofo francese. Rappresentante tra i maggiori della corrente del realismo e positivismo spiritualistico che fa capo a Raivoisson, nonostante la sua scarsa produzione, esercitò una notevole influenza sul pensiero spiritualistico francese, attraverso il suo insegnamento, dal 1864 al 1875, alla Scuola Normale Superiore di Parigi. Rilevante fu la sua influenza, particolarmente su Boutroux e Bergson. In lui lo spiritualismo si incontra col pensiero di Kant e, nello spirito del criticismo kantiano, o meglio, in quello dell'idealismo di derivazione kantiana, respinge il positivismo empirico, sostenendo che l'empirismo è insufficiente a fondare l'induzione. Delle due leggi necessarie a priori per il pensiero, quella delle cause efficienti e quella delle cause finali, è quest'ultima che ci fa conoscere l'esistenza concreta della natura, la cui vera realtà, quindi, è la libertà. L. identifica tale esistenza concreta col pensiero, che nella interiorità della riflessione coglie immediatamente la propria natura e il suo rapporto coi fenomeni, ponendone l'esistenza. È questo il "realismo spiritualista", il cui principio spirituale è costituito dal pensiero. Ricondurre tutto ciò che è reale al pensiero, significa ricondurre tutto a Dio, per giungere al quale, pertanto, non è necessario uscire da se stessi. In L. si fa sentire nettamente l'esigenza di concepire i valori etico-metafisici come il necessario coronamento della conoscenza naturalistica. Il determinismo della scienza della natura non è sufficiente determinato in se stesso e trova la sua giustificazione solo nella libertà morale. Piuttosto scarsa è la sua produzione. Ricordiamo: Du fondement de l'induction (tesi di dottorato, 1871); Psychologie et métaphysique (1885) (Fontainebleau 1832-1918).