Cortigiana francese. Discendente da un barone di Saint-Remy, figlio naturale di
Enrico II, sposò il conte di La Motte, e da lui prese il titolo di
contessa. Si recò a Parigi, entrò in relazione con il cardinale di
Rohan e decise di sfruttarne l'intimità. Questi era in disgrazia della
Corte e anelava a una riconciliazione con la regina Maria Antonietta.
L.
lo lusingò con la promessa di una udienza, e una notte (agosto 1784) in
un boschetto di Versailles, lo mise un istante in presenza d'una donna ch'egli
scambiò con la regina. Si fece quindi dare dal credulo prelato 120.000
franchi; poi, falsificando la scrittura di Maria Antonietta, convinse il
cardinale a fare, in nome della regina, l'acquisto di una collana, del valore di
1.600.000 franchi, collana che passò nelle mani dell'avventuriera. I
diamanti vennero smontati e venduti in Inghilterra. Ma la truffa fu presto
scoperta; Luigi XVI fece imprigionare il principe di Rohan e
L. Il
processo che ne seguì, notissimo sotto il nome di
Processo della
collana, fu occasione di un grave scandalo che ricadde sulla famiglia reale.
Il Parlamento assolse il cardinale, ma condannò
L. alla frusta, al
marchio e al carcere a vita. Suo marito, condannato a sua volta, era fuggito in
Inghilterra; un complice, che aveva falsificato la scrittura della regina, fu
condannato al bando.
L. riuscì a fuggire dal cercere della
Salpêtrière (1787) e a raggiungere il marito. Morì in
seguito a una caduta (Fontette, Linguadoca 1756 - Londra 1791).