Filosofo francese. Medico militare a Parigi nel 1742, s'inimicò tutti i
colleghi con sprezzanti scritti polemici; pubblicato nel 1745 all'Aia il suo
primo scritto filosofico,
Storia dell'anima, ebbe contro anche l'ambiente
ecclesiastico e dovette lasciare la Francia; rifugiatosi in Olanda, fu espulso
anche di là, dopo la pubblicazione della sua opera maggiore (1748).
Infine trovò accoglienza alla corte di Federico il Grande, che lo volle
anche nell'Accademia di Berlino. Il suo materialismo, a partire dal trattato
sull'anima, è fondato su osservazioni fisiologiche e su conseguenze
tratte dalla fisica newtoniana. La materia è sufficiente a spiegare la
vita organica e anche i fatti di coscienza, i quali sono puramente funzione
fisio-chimica del cervello, sicché viene esclusa, come inutile ipotesi,
l'anima sostanza. Ne
L'uomo macchina (1748), la sua opera più
famosa,
L. spiega tutta l'attività cosciente dell'uomo con la
teoria dell'automatismo animale, estendendo all'uomo ciò che Cartesio
aveva creduto dimostrabile solamente per le bestie (Saint-Malo 1709 - Berlino
1751).