Poeta e favolista francese. Si trasferì a Parigi nel 1653, per dedicarsi
alla poesia. Alla sua esistenza provvidero il finanziere Fouquet, poi Madame de
la Sablière, per ultimo d'Hervart, presso il quale
L.F.
morì. I suoi primi tentativi artistici risalgono alla riduzione di una
commedia di Terenzio,
L'eunuque (1654), e alla composizione, con gusto
garbatamente arcaicizzante, di rime varie. Il poemetto idillico
Adonis
(1658), i frammenti del
Songe de Vaux (1659-1660), l'
E`légie
aux Nymphes de Vaux (1661-1662) dimostrano una sicura padronanza dell'arte,
nei due campi che a lui si aprono: il racconto in versi e la favola. Nelle
Nouvelles en vers (1665) seguite dai
Contes et nouvelles che
derivano dalle fonti più varie,
L.F. si compiace di una
voluttà licenziosa che riesce piuttosto monotona; nelle favole invece,
libero da schemi prestabiliti, nella tenue sostanza narrativa e nel breve
commento morale o gnomico, esercitò il suo stile preciso e nitido. Gli
animali ch'egli mette in azione, sullo scenario della favola esopica
tradizionale, sono altrettante piccole maschere, figurine tipiche in cui si
addensano i caratteri e le manie dell'umanità. I contemporanei intesero
la novità e il valore di questa poesia, e
L.F. accrebbe di altri
libri, dodici complessivamente, la sua raccolta (1678 e 1694). Eletto
all'Accademia francese (1683), non poté entrarvi se non l'anno seguente,
per l'opposizione di Luigi XIV, che non approvò la nomina fin che non fu
eletto anche N. Boileau (Château-Thierry 1621 - Parigi 1695).