Uomo politico danese. Deputato socialdemocratico nel primo dopoguerra, divenne
presto una figura di primo piano, entrando nel 1947 a far parte del Governo.
Responsabile di ministeri economici in vari Governi di coalizione, nel 1958 fu
nominato ministro degli Esteri e nel 1962 divenne primo ministro. Costretto dal
progressivo indebolimento del Partito socialdemocratico a ricorrere all'appoggio
ora dell'uno ora dell'altro dei partiti di opposizione, portò avanti una
politica priva di fondamenti teorici, facilmente attaccabile sia da destra sia
da sinistra. I risultati delle elezioni del settembre 1964 gli impedirono di
ricostituire il Governo di coalizione, costringendolo su un monocolore di
minoranza. Tentò di sbloccare la situazione richiamando nuovamente gli
elettori alle urne nel novembre 1966 ma la flessione registrata dal suo partito
e la buona affermazione dei socialisti popolari lo indussero a costituire un
Governo, di cui assunse anche il ministero degli Esteri, appoggiato dal Partito
socialista popolare. La spaccatura di quest'ultimo in due tronconi, e la
conseguente perdita della maggioranza, lo costrinsero a indire nuove elezioni
(gennaio 1968) che videro un netto spostamento dell'elettorato socialdemocratico
a favore dei partiti di centro-destra, per i quali fu così possibile
costituire un Governo di coalizione, mentre i socialdemocratici, guidati da
K., passavano all'opposizione. Il successo elettorale del 1971 lo
riportò alla guida del Governo; e toccò a
K., due anni
dopo, indire il referendum popolare che sancì l'ingresso della Danimarca
nella CEE. Poco dopo però il primo ministro rassegnò le
dimissioni, ritirandosi a vita privata (Copenaghen 1914 - Skiveren 1978).