Ammiraglio russo. Capo delle truppe bianche in Siberia. Fece due viaggi di
esplorazione nel Mar Glaciale Artico (1910-1912) e partecipò alla guerra
russo-giapponese. Durante la prima guerra mondiale fronteggiò la flotta
germanica nel Mar Baltico, poi comandò la flotta del Mar Nero. Dopo la
rivoluzione formò in Siberia un esercito controrivoluzionario che ebbe
vasti appoggi da parte dell'intesa. Raggiunse il massimo del suo potere
nell'estate del 1919, quando gli Alleati e gli altri generali "bianchi" lo
riconobbero quale capo supremo della Russia antibolscevica. Ma in seguito
all'offensiva delle truppe sovietiche, alle rivolte contadine e al malcontento
dei suoi stessi sostenitori, contrari al suo dispotismo e alla sua
crudeltà, le sue armate furono sconfitte. Omsk fu evacuata il 10 novembre
1919 e occupata dai bolscevichi. A Irkutsk, dove
K. si era rifugiato,
venne consegnato dalla Legione cecoslovacca al locale "comitato militare
rivoluzionario". Venne processato e fucilato. La contemporanea sconfitta del
generale Denikin nel Sud decretò la vittoria del governo sovietico sui
suoi oppositori interni (Pietroburgo 1874 - Irkutsk 1920).