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Kolčak, Aleksandr Vasil'evič.

Ammiraglio russo. Capo delle truppe bianche in Siberia. Fece due viaggi di esplorazione nel Mar Glaciale Artico (1910-1912) e partecipò alla guerra russo-giapponese. Durante la prima guerra mondiale fronteggiò la flotta germanica nel Mar Baltico, poi comandò la flotta del Mar Nero. Dopo la rivoluzione formò in Siberia un esercito controrivoluzionario che ebbe vasti appoggi da parte dell'intesa. Raggiunse il massimo del suo potere nell'estate del 1919, quando gli Alleati e gli altri generali "bianchi" lo riconobbero quale capo supremo della Russia antibolscevica. Ma in seguito all'offensiva delle truppe sovietiche, alle rivolte contadine e al malcontento dei suoi stessi sostenitori, contrari al suo dispotismo e alla sua crudeltà, le sue armate furono sconfitte. Omsk fu evacuata il 10 novembre 1919 e occupata dai bolscevichi. A Irkutsk, dove K. si era rifugiato, venne consegnato dalla Legione cecoslovacca al locale "comitato militare rivoluzionario". Venne processato e fucilato. La contemporanea sconfitta del generale Denikin nel Sud decretò la vittoria del governo sovietico sui suoi oppositori interni (Pietroburgo 1874 - Irkutsk 1920).