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Klein, Melanie.

Psicoanalista ungherese, naturalizzata inglese. Caposcuola nell'analisi dei bambini e nella ricerca degli stati depressivi e schizoidi. Dopo aver studiato psicoanalisi alla scuola di Sandor Ferenczi a Budapest, cominciò nel 1919 a Berlino a curare bambini, subendo l'influenza di Karl Abraham che già si era occupato con particolare attenzione degli stadi di sviluppo della primissima infanzia. La K. constatò che i bambini non sono in grado di cooperare quanto gli adulti nella tecnica intermedia dell'associazione libera, per cui era chiusa la possibilità di usare uno dei metodi principali in grado di rivelare i sentimenti inconsci sia al bambino che all'analista. Questa constatazione la portò a modificare la tecnica in uso, dando al bambino dei giocattoli e servendosi del modo con cui egli giocava con essi per individuare le forze inconsce che operavano in lui. Queste innovazioni consentirono di diminuire le difficoltà pratiche del trattamento dei bambini di età inferiore a sei anni. Trasferitasi a Londra nel 1926, vi continuò le sue ricerche che la portarono, da un lato, a confermare le ipotesi teoriche di Freud sull'aggressività primaria, dall'altro, ad arricchire la dottrina psicoanalitica di nuove ipotesi. Osservando che il bambino nel gioco tende a simboleggiare le difficoltà nei suoi rapporti con la famiglia, la K. concluse che nella psiche del bambino permangono, in seguito al processo di introiezione, "oggetti buoni" e "oggetti cattivi" a seconda che l'esperienza avuta con tali oggetti (persone, cose e, soprattutto, seno materno) sia stata felice o insoddisfacente, determinando il suo atteggiamento verso gli altri e verso le varie situazioni per tutto il resto della vita. Scoprì inoltre una stretta rassomiglianza tra le reazioni temporanee di un bambino di fronte a un qualche avvenimento, come la perdita di un oggetto amato, e le reazioni più persistenti che negli adulti vengono giudicate come "depressione" o classificate come psicosi di altro tipo. Gli scritti della K. del periodo 1921-26, risalenti cioè all'epoca della sua collaborazione con Karl Abraham a Berlino, sono stati raccolti nel volume Contributi alla psicoanalisi (1948). Più importanti gli scritti successivi: The Psycho-Analysis of Children, 1932 (trad. it.: La psicoanalisi dei bambini, 1969); Sviluppi della psicoanalisi, 1952; Envy and Gratitude, 1957 (trad. it.: Invidia e gratitudine, 1969); Descrizione di un'analisi infantile, pubblicato postumo nel 1961 (Vienna 1882 - Londra 1960).