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Kazan, Elia.

Pseudonimo di Elia Kazanjoglou. Regista cinematografico statunitense. Nato a Costantinopoli (l'allora Istanbul) da genitori greci, a quattro anni si trasferì negli Stati Uniti, a New York, dove il padre divenne commerciante di tappeti. Studiò al Williams College e alla Yale Drama School e nel 1932 si unì alla compagnia teatrale Group Theatre, specializzata in teatro d'avanguardia e fedele ai dettami del metodo di recitazione naturale elaborato dal commediografo russo Kostantin S. Stanislavskij. Insieme ad alcuni attori della compagnia (inizialmente Robert Lewis e Cheryl Crawford, quindi, dal 1949, Lee Strasberg), nel 1947 diede vita al prestigioso Actors' Studio di New York che avrebbe laureato tanti attori delle generazioni seguenti, statunitensi e no. Negli anni precedenti l'apertura della scuola K. era stato un valente interprete e regista teatrale, prediligendo autori contemporanei quali Tennessee Williams (Un tram che si chiama desiderio, La gatta sul tetto che scotta) e Arthur Miller (Morte di un commesso viaggiatore). A metà degli anni Trenta si avvicinò al mondo cinematografico, dapprima come assistente del documentarista Ralph Steiner, quindi come attore (City for conquest, 1940, e Blues in the Night, 1941, entrambi di Anatole Litvak), infine, come regista. Nel 1944 venne assunto dalla 20th Century Fox per la quale realizzò, l'anno seguente, Un albero cresce a Brooklyn, un dramma tratto dall'omonimo romanzo di Betty Smith che fece vincere ai due protagonisti principali, James Dunn e Peggy Ann Garner, il premio Oscar. Seguirono molti altri film, nei quali K. seppe valorizzare appieno le doti recitative dei suoi interpreti, molti dei quali (Marlon Brando e James Dean, per primi) provenienti proprio dalle aule dell'Actors' Studio. Ricordiamo: Barriera invisibile (1947), con il quale vinse il suo primo Oscar come miglior regista; Pinky, la negra bianca (1949), una tiepida presa di posizione contro il razzismo; Bandiera gialla (1950), un thriller girato interamente a New Orleans; Un tram che si chiama desiderio (1951), con un intenso Marlon Brando, già protagonista della versione teatrale dell'opera; Viva Zapata (1952) e Fronte del porto (1954), entrambi ancora con Brando, per il secondo dei quali vinse un altro Oscar come miglior regista; La valle dell'Eden (1955), con James Dean, primo film a colori e primo film da produttore; Baby Doll - La bambola di carne (1956), con Ely Wallace e Carroll Baker; Un volto nella folla (1957); Fango sulle stelle (1960); Splendore nell'erba, con un'intensa Natalie Wood. Nel 1963 fu la volta di America, America, tratto da un suo romanzo a sua volta basato sulla vicenda umana di un suo zio emigrante. Da qual momento K. diradò la sua attività di regista cinematografico (seguirono infatti Il compromesso, 1969, ancora una volta tratto da un suo romanzo; I visitatori, 1972, che ebbe poca visibilità; Gli ultimi fuochi, 1976, tratto da Francis Scott Fitzgerald), annullando completamente quella di regista teatrale e dedicandosi invece alla stesura di romanzi (The Assassins, The Understudy, Act of Love, The Anatolians) e della sua autobiografia Elia Kazan: A Life. Nel 1999 gli venne assegnato l'Oscar alla carriera. La decisione dell'Academy scatenò però le proteste di parte del mondo hollywoodiano che non aveva mai perdonato a K. di essere stato uno dei più importanti delatori davanti al Comitato per le Attività Antiamericane istituito nel 1952, in pieno maccartismo, che, grazie anche alla sua testimonianza, redasse una lista nera di personaggi dello spettacolo legati in qualche modo all'attività e all'ideologia del partito comunista americano, stroncando, di fatto, le loro carriere (Costantinopoli 1909 - New York 2003).