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Kaunda, Kenneth.

Uomo politico dello Zambia. Insegnante elementare, svolse dapprima attività politica nell'African National Congress (ANC), condividendone la tendenza all'associazione interraziale propugnata dai bianchi rhodesiani, e che doveva dar vita nel 1953 alla Federazione Rhodesia-Nyasaland. Fattosi promotore di uno Zambia indipendente, nel 1958 abbandonò l'ANC e fondò lo Zambia African National Congress, divenuto nel gennaio 1960 United National Indipendence Party (UNIP), alla testa del quale condusse la lotta per lo scioglimento della Federazione (dicembre 1963) e per il riconoscimento della completa indipendenza della Rhodesia del Nord, divenuta Repubblica di Zambia nell'ottobre del 1964 con K. presidente e capo del Governo. Egli avviò una politica orientata verso il definitivo distacco dello Zambia dalla Rhodesia e dagli altri "regimi bianchi", orientandosi verso i governi progressisti dell'Africa nera, in particolare verso la vicina Tanzania, nonostante i condizionamenti imposti dalla presenza massiccia del capitale straniero, cui, anzi, cominciò a sferrare duri attacchi. Infatti, nel quadro della nuova politica nazionale, procedette nell'agosto 1969 alla nazionalizzazione delle miniere di rame, se pur contenuta in una partecipazione statale del 51%, ossia pari a quella con cui il governo assunse anche il controllo (1969) delle compagnie petrolifere. Nonostante il rischio politico che tali decisioni comportavano, in quanto i grandi interessi colpiti avrebbero ancora una volta potuto far leva sull'antagonismo politico-tribale per defenestrare K., accettò di correre il rischio e, nel 1970, annunciò nuovi provvedimenti di nazionalizzazione, sempre mediante l'assunzione di una maggioranza del 51%. Fra questi, i più importanti riguardarono il settore assicurativo e quello bancario. La sua popolarità non ne risentì. Nel 1983 fu rieletto presidente dello Zambia con il 93% dei voti, nonostante le aspre misure che era stato costretto ad adottare in seguito alla grave crisi economica e politica dei primi anni '80. Impostò la campagna elettorale sulla necessità di stroncare la corruzione e apportare riforme economiche: a questo scopo assunse anche la carica di ministro dell'Industria. Si adoperò per la pace nell'Africa australe, organizzando una conferenza ad Osaka (maggio 1989) sull'indipendenza della Namibia. Mantenne la carica di presidente fino al 1991 (n. Lubwa 1924).