Capo anabattista fiammingo. Pittore su vetro, aderì giovanissimo alla
Riforma, ma presto si distaccò dal luteranesimo per unirsi ai gruppi
più radicali degli anabattisti, che ripudiavano il battesimo dei bambini,
ritenendo che tale sacramento dovesse essere ricevuto solo da coloro che per
età erano in grado di fare una professione di fede. Nel 1528, a Deft, per
il contegno tenuto durante una processione, fu arrestato e bandito dalla
città. Accentuò allora il proprio radicalismo, e dopo la rivolta
di Münster del 1535, mentre le comunità anabattiste venivano
decimate dalle persecuzioni, diede vita a una setta anabattista i cui seguaci
presero da lui il nome di
joristi, in contrapposizione alle
comunità anabattiste olandesi che riconoscevano come loro capo Menno
Simons. Egli riteneva che l'età dello Spirito Santo fosse già
cominciata e sotto l'influsso di esperienze mistiche e visionarie giunse a
considerarsi il "terzo David". Per otto anni si spostò da un luogo
all'altro, instaurando tra le sue congregazioni una stretta disciplina. Nel 1544
si sottrasse a questa vita di stenti e, con un gruppo di seguaci, emigrò
in Svizzera, a Basilea, dove si fece passare per un nobile straniero, adottando
il nome di Giovanni di Bruges, conducendo una vita di esemplare pietà.
Continuò a mantenersi segretamente in contatto con le comunità che
aveva lasciato in Olanda e visse aspettando l'avvento del regno di cui era il
profeta. In Svizzera divenne amico di Sebastien Castellion e nel 1553 ebbe il
coraggio di protestare contro l'esecuzione di Michele Serveto, condannato al
rogo come eretico dal Consiglio di Ginevra. La sua identità venne
scoperta solo nel 1558, due anni dopo la morte. Le autorità di Basilea
ordinarono l'esumazione del suo cadavere, bruciandolo insieme con tutte le opere
da lui scritte che riuscirono a trovare, tra cui il famoso
Libro delle
meraviglie sulle rivelazioni del destino del mondo (1552) (Bruges 1501 -
Basilea 1556).