Scrittrice irlandese. Figlia di Denise William e di Sheelagh Richards (attrice e
regista di teatro). Notissima al pubblico irlandese e americano per i suoi
romanzi ambientati nel periodo che vide la decadenza e il crollo della classe
dominante anglo-irlandese in Irlanda: gli anni che, dopo la fallita rivoluzione
di Pasqua 1916, portarono alla effettiva proclamazione dell'Irish Free State.
Fin dal primo romanzo,
The Captains and the Kings (1972), la
J. si
è imposta come interprete raffinata del grave contrasto tra le due
culture conviventi sul suolo irlandese e dei valori di cui ciascuna di queste
è portatrice. Uno stile preciso ed economico si fa strumento prezioso,
capace di portare alla luce quanto la fase del cambiamento comportò; fase
che trova la propria emblematica raffigurazione nelle splendide
Big
Houses, dimore di un ex aristocrazia ormai intaccate dalla decadenza,
improvvisamente "fuori" dalla storia e dal presente. Ma il tema storico è
pretesto e sfondo ideale per la rappresentazione di conflitti umani di valore
universale: la ricerca del sé e di una identità attraverso la
creatività e il costo umano che questa richiede; il desiderio di
isolamento e insieme di rottura della solitudine attraverso il rapporto con un
altro individuo, affrontato con un impegno di lealtà che sfida le
differenze sociali ed ideologiche; la scoperta dei valori della vita attraverso
il contatto con la morte. Tra i romanzi più significativi:
How many
miles to Babylon?, 1974;
Shadows on our skin, 1977;
The old
Jest, 1979;
The Christmas tree, 1981;
The railway station man,
1984;
Fool's sanctuary, 1987. I suoi più recenti lavori sono:
The invisible worm, 1991;
The illusionist, 1995;
Two moons,
1998. La
J. è anche autrice di opere teatrali tra cui
The
desert lullaby: A play in two acts, 1996 (n. Dublino 1930).