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Johnston, Jennifer.

Scrittrice irlandese. Figlia di Denise William e di Sheelagh Richards (attrice e regista di teatro). Notissima al pubblico irlandese e americano per i suoi romanzi ambientati nel periodo che vide la decadenza e il crollo della classe dominante anglo-irlandese in Irlanda: gli anni che, dopo la fallita rivoluzione di Pasqua 1916, portarono alla effettiva proclamazione dell'Irish Free State. Fin dal primo romanzo, The Captains and the Kings (1972), la J. si è imposta come interprete raffinata del grave contrasto tra le due culture conviventi sul suolo irlandese e dei valori di cui ciascuna di queste è portatrice. Uno stile preciso ed economico si fa strumento prezioso, capace di portare alla luce quanto la fase del cambiamento comportò; fase che trova la propria emblematica raffigurazione nelle splendide Big Houses, dimore di un ex aristocrazia ormai intaccate dalla decadenza, improvvisamente "fuori" dalla storia e dal presente. Ma il tema storico è pretesto e sfondo ideale per la rappresentazione di conflitti umani di valore universale: la ricerca del sé e di una identità attraverso la creatività e il costo umano che questa richiede; il desiderio di isolamento e insieme di rottura della solitudine attraverso il rapporto con un altro individuo, affrontato con un impegno di lealtà che sfida le differenze sociali ed ideologiche; la scoperta dei valori della vita attraverso il contatto con la morte. Tra i romanzi più significativi: How many miles to Babylon?, 1974; Shadows on our skin, 1977; The old Jest, 1979; The Christmas tree, 1981; The railway station man, 1984; Fool's sanctuary, 1987. I suoi più recenti lavori sono: The invisible worm, 1991; The illusionist, 1995; Two moons, 1998. La J. è anche autrice di opere teatrali tra cui The desert lullaby: A play in two acts, 1996 (n. Dublino 1930).