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Jaspers, Karl.

Filosofo tedesco. Dopo aver seguito studi di Medicina e di Psicologia, nel 1916 divenne professore di Filosofia ad Heidelberg, incarico che mantenne fino al 1937. Oppositore del Nazismo, durante la seconda guerra mondiale si trasferì in Svizzera. Stabilitosi a Basilea, riprese la sua cattedra ad Heidelberg solo nel 1945. Le fonti della filosofia di J. furono Kierkegaard e Nietzsche, dai quali egli prese la tesi della natura eccezionale e unica dell'esistenza; Husserl, dal quale trasse la nozione di trascendenza, che assunse notevole importanza nella fase matura della sua ricerca. Secondo J. l'esistenza non è altro che il tentativo compiuto dall'Io per accostarsi all'Essere che, tuttavia, sfugge a ogni determinazione. L'impossibilità del rapporto fra Essere e Esistenza, che in un primo tempo indirizzò in senso disperato e pessimista la filosofia di J., assunse nei suoi scritti posteriori (dal 1947) un orientamento più positivo per la certezza della trascendenza, certezza che diventò fede filosofica nei destini positivi dell'umanità. Tra le sue opere principali citiamo: Psicopatologia generale (1913), Psicologia delle visioni del mondo (1919), Filosofia (1932, comprendente tre volumi rispettivamente intitolati Orientamento filosofico del mondo, Chiarificazione dell'esistenza, Metafisica), Nietzsche. Guida alla comprensione del suo filosofare (1936), La fede filosofica (1948), Introduzione alla filosofia (1950), Filosofia e mondo (1958) (Oldenburgo 1883 - Basilea 1969).