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Italia, Campagna d' (1796-1797).

Insieme delle operazioni militari condotte in Italia dalle truppe francesi contro quelle austro-piemontesi nel 1796-97. La fine della Rivoluzione francese vedeva la maggior parte degli Stati italiani schierati con Inghilterra e Austria contro la Francia. Nel 1795, con la pace di Basilea, sembrava che le ostilità tra le potenze europee dovessero cessare; ripresero invece subito dopo per iniziativa della Francia, che vedeva in quel momento sorgere il nuovo astro militare di Napoleone. Napoleone seppe individuare la disunione tra Piemontesi e Austriaci e, invaso il Piemonte, batté separatamente gli eserciti nemici a Montenotte, a Millesimo e Dego. Nonostante la resistenza al castello di Cosseria dei piemontesi, Amedeo III fu costretto a firmare l'armistizio con Napoleone a Cherasco e poi la pace di Parigi. Cedette la Savoia e Nizza e permise ai Francesi di occupare le principali fortezze piemontesi e di passare liberamente per il Regno. Bonaparte continuò la guerra contro gli Austriaci compiendo una manovra aggirante attraverso il ducato di Parma: vittorioso a Lodi, entrò a Milano: la Lombardia venne abbandonata agli Austriaci che tentarono di appoggiarsi al quadrilatero e soprattutto alla fortezza di Modena. Intanto Ferdinando di Parma si sottomise a Napoleone e Rinaldo III di Modena fuggì: i Francesi invasero la porzione padana dei territori appartenenti alla Chiesa, costringendo il papa ad una tregua; vennero poi occupate Massa Carrara, Livorno, Lucca e Genova. Gli Austriaci tentarono una controffensiva per liberare Mantova dall'assedio, ma i Francesi riuscirono a batterli prima a Rivoli, poi a Caldiero e a Ponte di Arcole e infine alla Favorita presso Mantova (2 febbraio 1797). Anche il papa, che aveva continuato a combattere, fu costretto a firmare la pace di Tolentino che vedeva passare alla Francia il Contado Venassino e la Romagna. La conseguenza più importante dell'invasione francese fu di carattere politico. Le idee rivoluzionarie, che in Francia avevano perso molto mordente, in Italia agirono potentemente. Bonaparte seppe sfruttare molto bene il malcontento locale con proclami che incitavano alla libertà. Come conseguenza cominciarono a formarsi governi autonomi a Milano, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio che, riunitisi a congresso a Modena, formarono la Repubblica Cispadana con una propria legione ed una propria bandiera (il tricolore). Anche se repubblica vassalla alla Francia, questa unione rappresentava il primo passo per l'unificazione italiana. La Lombardia si costituì in Repubblica Transpadana e il processo di democratizzazione degli Stati italiani continuò a danno della vicina Repubblica di Venezia che, nonostante avesse proclamato la sua neutralità, era una carta molto importante che Napoleone intendeva giocare con gli austriaci. Cominciarono a sollevarsi contro Venezia Brescia e Bergamo; colto un pretesto, Napoleone occupò tutta la Repubblica. Fu proclamata dal senato veneziano la fine della Repubblica di S. Marco, che divenne da allora Repubblica Veneta. Dopo poco il Veneto venne incorporato nella Repubblica Cisalpina. Intanto l'ultimo esercito austriaco veniva liquidato dai generali di Napoleone che si accingeva ad invadere l'Austria. Quest'ultima chiese allora la fine delle ostilità. Il 17 ottobre 1797, con la pace di Campoformio tra Austria e Francia, si stabilì questa divisione di territori: l'Austria cedeva Belgio, Lombardia, feudi della Liguria, le isole Ionie e l'Albania alla Francia e in cambio otteneva tutto il territorio veneto sino all'Adige e a Venezia.