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Islanda.

Stato insulare (102.819 kmq; 293.577 ab.) dell'Europa settentrionale formato dall'isola omonima e da alcuni isolotti. È situato nell'Atlantico settentrionale, a 300 km dalla Groenlandia e a 960 km dalla costa norvegese. Capitale: Reykjavík. Città principali: Akureyri, Kòpavogur, Hafnarfjördhur, Húsavík, Isafjördur. Ordinamento: Repubblica presidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale ogni 4 anni. Il Parlamento è formato da una Camera alta e una bassa. Lo Stato è suddiviso in 7 distretti. Moneta: corona. Lingua ufficiale: islandese. Religione: protestante.

GEOGRAFIA

L'I. è costituita da enormi strati di colate laviche che si sono successe a partire dall'era terziaria, modellati dal glacialismo quaternario. Dal punto di vista morfologico il glacialismo e il vulcanismo sono stati e sono tuttora gli agenti più attivi. Nonostante il termine I. significhi "terra dei ghiacci", solo l'11% della superficie è coperta da ghiacciai, che si presentano sotto forma di calotte, e l'isola è più una terra vulcanica. Conseguenza dei fenomeni vulcanici è l'abbondanza di geysers e di sorgenti calde (il Gran Geyser ha un getto d'acqua intermittente che raggiunge i 60 m di altezza). L'I. è costituita da altopiani di varie altezze che culminano nella cima 'Orafajökull (2.119 m). Le coste, eccetto quelle meridionali costituite da neri detriti basaltici, sono profondamente intagliate da fiordi. I fiumi sono caratterizzati da numerose cascate che formano nel superare i margini degli altopiani centrali. Il clima è oceanico di tipo temperato freddo: le estati sono fresche e gli inverni relativamente miti. La parte meridionale dell'I. è lambita dalla corrente del Golfo.
Cartina dell'Islanda

Panorama di Reykjavik


ECONOMIA

L'economia dell'I., di sussistenza fino al secolo scorso, ha subito una trasformazione notevolissima dopo la seconda guerra mondiale. Tramite l'utilizzazione dell'energia geotermica e idroelettrica, il Paese è diventato uno dei più avanzati economicamente. Il clima troppo rigido non favorisce l'agricoltura (poche oasi di patate e, con l'aiuto delle sorgenti calde, colture di serra). Importante è l'allevamento quasi esclusivamente ovino ed estensivo e quello di animali da pelliccia. Risorsa fondamentale è la pesca (merluzzi, aringhe). Il sottosuolo è povero (bauxite) e alla mancanza di combustibili si supplisce con lo sfruttamento delle sorgenti calde. L'industria tradizionale, legata alla pesca (olio e farina di pesce) e all'allevamento, è affiancata dalla siderurgica, chimica, del cemento, da concerie e calzaturifici. Il turismo è sviluppato.

STORIA

L'isola entrò nella storia europea dopo l'874 quando venne esplorata e occupata dal norvegese Arnason. Nel 930 gli abitanti dell'I., cui si erano in precedenza aggiunti Norvegesi e Celti provenienti dall'Inghilterra, elessero l'Althing, cioè il primo esempio europeo di assemblea legislativa. La penetrazione cristiana avvenne per opera di missionari e, nell'anno 1000, il Cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'isola. Per un lungo periodo l'I. riuscì a mantenere la propria indipendenza ma, nella seconda metà del XIII sec., le turbolenze tra i maggiori esponenti dell'oligarchia locale costrinsero il re norvegese Haakon Haakonson a imporre il proprio dominio sull'isola e a imporre agli Islandesi un governatore e l'obbligo del pagamento di un tributo. In cambio si impegnò a far mantenere l'ordine e ad inviare ogni anno sei navi che assicurassero l'indispensabile rifornimento di legname. Il Paese venne diviso in una serie di contee, i cui responsabili vennero eletti direttamente dal re di Norvegia. Nel 1397, dopo l'unione di Kalmar fra Norvegia, Svezia e Danimarca, la situazione dell'I. peggiorò sensibilmente a causa dello sfruttamento delle risorse economiche operato dai mercanti danesi e dell'aggravarsi dispotico della dominazione norvegese. Nel 1662 i conti islandesi vennero costretti a prestare giuramento di vassallaggio al re di Danimarca e l'I. venne a perdere in questo modo gli ultimi residui di indipendenza. Nel 1800 fu sciolto l'Althing e le condizioni dell'isola peggiorarono ancora a causa della guerra che, dal 1807 al 1814, oppose Danesi e Inglesi. Nel 1814 la guerra si concluse con la pace di Kiel, che lasciò l'isola sotto il controllo del regno di Danimarca. Negli anni immediatamente successivi si venne formando un movimento nazionalista che trovò seguaci particolarmente nell'ambiente studentesco. Questo movimento ottenne (1833) che gli Islandesi avessero propri rappresentanti nei consigli provinciali. Nel 1843 l'Althing venne ristabilito dal re Cristiano VIII. Il movimento indipendentista continuò tuttavia la propria azione portando avanti numerose richieste che si scontrarono contro l'intransigenza danese. Nel 1871 il Governo di Danimarca emise una legge che definiva l'isola parte inseparabile del territorio metropolitano. La lotta per l'indipendenza venne ugualmente continuata sino al 1918, anno in cui l'I. venne dichiarata indipendente. Nel 1940, dopo che le elezioni del 1937 avevano dato la vittoria al Partito progressista, l'I. chiese aiuto al Governo britannico per far fronte ai problemi sorti con l'occupazione nazista del territorio danese. Nel 1944 venne proclamata la Repubblica islandese che, dopo la conclusione del conflitto, prese una posizione di equidistanza dai due blocchi militari americano e sovietico. Nel 1956, il blocco di sinistra, che aveva vinto le elezioni, chiese alla NATO il ritiro dall'I. delle truppe americane, che tuttavia, grazie ad accordi intercorsi con il Governo locale, vi mantennero le proprie basi militari. La crisi economica caratterizzò la vita interna di questo Paese nel corso degli anni Ottanta; l'unica risorsa, l'industria ittica, dovette infatti affrontare sia una diminuzione dei prezzi sui mercati esteri, sia un calo di produzione dovuto all'impoverimento delle zone sfruttate. L'inflazione raggiunse cifre astronomiche. I vari governi succedutisi reagirono con una serie di provvedimenti come la svalutazione della moneta e il blocco dei salari. I risultati non furono apprezzati dall'opinione pubblica e il malcontento si manifestò con numerosi scioperi. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento, che si svolsero nel 1991, registrarono il successo del Partito dell'indipendenza. Il nuovo Governo, guidato da David Oddsson, si fondò su un'alleanza con il Partito socialdemocratico che si mantenne fino alle nuove consultazioni elettorali. Pur non essendo riuscito a risolvere la crisi economica, Oddsson pose un freno all'inflazione, bloccandola intorno al 3,5%. Le elezioni del 1995 confermarono Oddsson come premier, ma imposero una diversa composizione della maggioranza, costituita dal Partito dell'indipendenza e da quello progressista guidato da Asgrimsson. Dopo aver governato il Paese per 16 anni, la presidentessa Vigdis Finnbogadottir non si candidò alle elezioni del 29 giugno 1996: Olafur Ragnar Grimsson, ex ministro delle Finanze e membro dell'Alleanza Popolare, vinse con il 41,4% dei voti e assunse la carica il 1° agosto dello stesso anno. Alle elezioni presidenziali del 2000 venne riconfermato Grimsson capo dello Stato. Nel 2003 le elezioni legislative videro la vittoria, seppur con uno stretto margine di vantaggio (due seggi in più della rivale Alleanza popolare), del conservatore Partito dell'indipendenza del primo ministro Oddsson che venne ancora una volta riconfermato nella carica. Nel giugno 2004 il presidente della Repubblica Grímsson fu eletto per un terzo mandato, mentre a settembre Oddsson, dopo 13 anni di premierato, decise di rassegnare le dimissioni a favore del suo ministro degli Esteri Halldór Ásgrímsson. Nel giugno 2006, in seguito alla sconfitta subita nelle consultazioni amministrative dal Partito progressista, il premier Ásgrímsson si dimise, sostituito a capo del Governo da Geir H. Haarde.

LINGUA

La lingua islandese appartiene al settore nordico delle lingue germaniche, e ne forma, assieme al norvegese, il gruppo occidentale. L'islandese ed il norvegese, identici verso il 1200, si differenziarono sempre di più a partire dai secoli successivi sino ad assumere caratteristiche fonetiche e lessicali completamente differenti.

LETTERATURA

I primi testi della letteratura islandese risalgono al 1200. Si tratta di trascrizioni di canti ecclesiastici e di leggende di carattere epico che erano state tramandate oralmente in precedenza. Le caratteristiche di queste composizioni risentono di chiari influssi della civiltà norvegese: le più importanti sono i Canti dell'antica Edda, composti e raccolti da un ecclesiastico attorno al XIII sec. Precipua della prima produzione letteraria islandese è la saga, di carattere poetico e storiografico. Altri tipi di saga sono quelli biografici, quelli che narrano le vicende di banditi famosi o di intere famiglie od altre che rielaborano antichi motivi tratti dal folklore germanico e nordico. Quando l'isola perse l'indipendenza e venne a cadere sotto l'influenza danese anche la letteratura subì un netto periodo di decadenza nel corso del quale fa spicco solamente l'opera di Jon Arason, poeta e vescovo cattolico decapitato nel 1550. Dopo la riforma, la lingua e la letteratura subirono un rinnovamento che è testimoniato dalla traduzione del Nuovo e dell'Antico Testamento. I poeti islandesi più significativi del periodo successivo sono Stefan Olafsson e Hallgrimur Petursson, autore di versi ispirati alla passione di Cristo. Nel XVIII sec. fa spicco la figura dello scienziato e poeta Eggert Olafsson (1726-1768). Fu in questo periodo che l'I. entrò in contatto con le grandi correnti della letteratura europea grazie a traduzioni che portarono tra gli intellettuali dell'isola le opere migliori della cultura inglese e germanica. Dopo le guerre napoleoniche prese piede, attorno alla rivista "Fjol nir", il movimento romantico che ebbe tra i suoi maggiori esponenti Jonas Hallgrimsson e Bjarni Thorarensen. Alla fine del XIX sec. si impose un movimento di carattere realista, che ebbe come esponenti maggiormente significativi i romanzieri Gestur Pallson e Jon Stefansson. È l'esperienza realistica che è alla base della moderna letteratura islandese che vede i suoi maggiori autori negli scrittori Halldor Laxness e Gunnar Gunnarsson, cui è stato assegnato nel 1955 il premio Nobel per la letteratura.