Movimento fondato nel 1889 a Parigi, quale organo di collegamento e
coordinamento di tutti partiti socialisti. Dal 1890 organizzò la
manifestazione annuale del 1° maggio, come giornata di protesta dei
lavoratori. Discriminante fondamentale per gli aderenti fu il rifiuto di ogni
compromesso con il potere borghese e la riaffermazione della necessità
dell'unità del proletariato in contrapposizione alla
conflittualità economico-politico-militare degli Stati borghesi. Di fatto
solo una parte degli aderenti alla
S.I. (i movimenti facenti capo a Rosa
Luxemburg, Karl Liebknecht, G. Hervé in Germania e Lenin in Russia, oltre
a movimenti indipendenti negli altri Paesi europei) si mantennero coerenti con
questa impostazione. Già nei congressi di Bruxelles (1891), Zurigo
(1893), Londra (1896), e Parigi (1900), si erano chiaramente configurate
all'interno dell'associazione una corrente riformista ed una rivoluzionaria: nel
1904, durante il Congresso di Amsterdam, cominciò a manifestarsi
l'incompatibilità delle due correnti sulle questioni dell'organizzazione
del partito e dell'uso politico dello sciopero. Nel Congresso di Stoccarda del
1907, infine, con il porsi della questione della adesione o meno dei partiti
socialisti alle scelte belliche delle borghesie nazionali, le divergenze
divennero definitive spaccature: in Germania la corrente moderata e riformista
di A.F. Bebel e G. von Vollmar si dichiarò disposta a sostenere lo Stato
borghese in caso di conflitto, mentre la corrente rivoluzionaria (Luxemburg,
Liebknecht) si oppose attivamente ad ogni scelta bellicistica. Allo scoppio
della prima guerra mondiale tutta la corrente moderata della socialdemocrazia
tedesca, i partiti socialisti italiani, francesi e i laburisti inglesi presero
una posizione interventista, nonostante che in ogni Paese si fossero manifestati
moti popolari e movimenti socialisti e comunisti contro la guerra. Una parte
della socialdemocrazia tedesca, facente capo a M. Adler e K. Kautsky, assunse
una posizione ambigua, né a favore né contro il conflitto, e,
staccatasi dall'
I., fondò l'
Unione Internazionale
Socialista o
Internazionale di Vienna. L'inizio della prima guerra
mondiale segnò di fatto la fine della
S.I.: ad essa continuarono a
richiamarsi i gruppi riformisti ed interventisti che, esclusi dalla
Terza
Internazionale (costituitasi nel frattempo), si unirono con
l'
Internazionale di Vienna nel 1923. Questa "nuova"
S.I. venne
distrutta dall'affermarsi dei regimi totalitari in Europa e dallo scoppio della
seconda guerra mondiale; si ricostituì nel 1947 come
Internazionale
Socialista (Congresso di Zurigo) e decretò l'esclusione del Partito
Socialista Italiano in quanto legato da un patto di unità d'azione con i
comunisti.
Un'immagine di Nikolaj Lenin