Termine usato per la prima volta dal pittore Dubuffet nel 1946 per indicare una
corrente della pittura astratta contemporanea che afferma l'esigenza di un
più diretto rapporto con la realtà, al di fuori di ogni
aprioristico condizionamento formale, esaltando l'importanza del gesto e della
materia pittorica. A tale corrente, sviluppatasi dopo la seconda guerra mondiale
anche per influsso delle filosofie esistenzialiste e fenomenologiche,
appartengono, tra gli altri, Fautrier, Pollock, De Kooning, Kline, Appel, Burri,
Hartung.