Secondo il Cristianesimo e altre religioni, luogo di dannazione eterna in cui
sono relegate le anime dei peccatori. ║
Religione greco-romana:
l'aggettivo latino
infernus, che all'origine era riferito a luoghi posti
spazialmente ad un livello inferiore, progressivamente entrò nell'uso
comune per indicare la zona sotterranea della terra. Essendo questa zona
destinata a ricevere i corpi dei defunti, si suppose che in essa dimorassero gli
dei della morte, chiamati dai romani
inferi, mentre gli dei
superi
erano definiti gli abitatori del cielo. L'
i. venne quindi identificato
con l'oltretomba, ma in una concezione vicina a quella greca di
ade
piuttosto che a quella cristiana di luogo di dannazione. ║
Religione
ebraica: la concezione dell'oltretomba, chiamato
she'ol, è
molto più astratta: i trapassati non possiedono una coscienza e una
volontà, ma esistono semplicemente come ombre indistinte,
indipendentemente dal comportamento e dal ruolo svolto nella vita terrena.
║ Concezioni simili del luogo dei morti furono l'
Arallu
assiro-babilonese, l'
ade greco delle epoche preomeriche, il
niflheim germanico. Più tardi, probabilmente per l'influenza delle
dottrine persiane e della cultura greca, si forma l'idea della resurrezione,
come documentano i libri dei profeti venuti dopo Giobbe, e con essa la credenza
in uno stato ultraterreno differenziato per i giusti e per i reprobi, concezione
che si afferma con chiarezza nel II sec. a.C. (al tempo dei Maccabei). ║
Cristianesimo: nel Cristianesimo primitivo vengono identificati due
"regni": la
geenna, regno ultraterreno riservato ai peccatori, e il
regno di Dio riservato ai giusti (predicazione di Gesù). Tutta la
letteratura degli apologeti e dei profeti subapostolici pone l'esistenza di
queste due condizioni ultraterrene, e la successiva predicazione apostolica e le
teorie apocalittiche ne precisano la natura eterna. L'esistenza dell'
i. e
della sua eternità venne riaffermata dai padri della chiesa (Ignazio,
Giustino, Teofilo, Ireneo ed altri). La teologia cattolica afferma l'esistenza
di una duplice pena infernale: la pena della privazione della vista di Dio e
quella del senso, inflitta per mezzo del fuoco. A proposito della collocazione
dell'
i. la Chiesa cattolica non si è mai pronunciata. ║
Protestantesimo: l'
i. è inteso in senso simbolico per
definire la lontananza dell'anima da Dio. Alla credenza dell'eternità
delle pene si oppongono le teorie dell'universalismo, che crede nella salvazione
finale di tutte le anime, e quelle del condizionalismo, che sostiene la morte
definitiva delle anime impure. ║
Buddhismo: la permanenza
nell'
i. è temporanea, ma si ammette la possibilità che
un'anima passi attraverso più
i. ║
Taoismo: anche la
concezione taoista dell'
i. è molto simile a quella buddhista,
nonostante l'organizzazione dell'oltretomba sia pensata corrispondente a quella
dell'amministrazione cinese. Le porte dell'
i. sono situate nello
Shan-Tung e nello Szechwan. ║
Religioni indiane: esistono diverse
concezioni. Quella vedica crede in un regno dei morti sotterraneo
(
naraka) in cui le pene sono commisurate alle azioni compiute, ma non
esistono riferimenti alla durata della condanna. La dottrina brahmanica afferma
l'esistenza di sette
i. (i quali però possono moltiplicarsi fino a
divenire decine di milioni) dominati dal dio Yama; le pene sono temporanee
perché si crede nella dottrina della trasmigrazione delle anime.