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Impressionismo.

Corrente artistica del XIX sec. Fu il movimento pittorico di più vasta portata del secolo scorso: diede vita a una nuova visione artistica. Il termine i. apparve per la prima volta nel 1874 sul giornale satirico "Charivari", suggerito dal titolo di un quadro di Monet (Impression, soleil levant, 1872) esposto a Parigi a una mostra privata organizzata da un gruppo di artisti comprendente Monet, Manet, Pissarro, Renoir, Sisley, Cézanne, Degas, Morisot. Essi stessi accettarono, nella terza esposizione (1887), di essere definiti impressionisti. Il gruppo era accomunato dal rifiuto del formalismo accademico, dal desiderio di un'arte fondata sul colore e ispirata agli aspetti quotidiani della vita. Il loro assunto era essenzialmente veristico, ed era in nome di un verismo diretto ed autentico che essi rifiutavano ogni nozione acquisita dell'oggetto e si affidavano all'immediata impressione del vero. Essi tendevano perciò a cogliere gli effetti di luce; negavano l'illuminazione uniforme e artificiosa dell'atelier, studiata al fine di ottenere effetti di chiaroscuro e di rilievo plastico; propugnavano la necessità di dipingere all'aria aperta (plein-air) e di rinunciare al chiaroscuro per far uso di ombre colorate, e di usare una maniera estremamente rapida e sciolta, capace di fermare nel quadro l'istante dell'impressione. Il risultato dell'arte impressionista è una fusione totale di oggetto e spazio, in quanto lo stesso spazio non può più essere concepito secondo costanti leggi prospettiche, ma solo come fenomeno coloristico e luminoso. I motivi prediletti non sono più i fatti della storia antica e medievale, ma gli aspetti della vita contemporanea: la dichiarata indifferenza per il contenuto nasconde, in realtà, un acuto interesse per contenuti attuali e la certezza di poter trovare un valore di bellezza in tutti i momenti e in tutti gli oggetti della visione. Il movimento impressionista ha le sue origini remote nella pittura romantica (Delacroix), nel realismo di Courbet, nell'amorosa osservazione del vero dei paesisti di Barbizon, nel lirismo pittorico di Corot si ritrova più di un elemento della visione impressionista. Manet, che già si era segnalato tra gli artisti più liberi e più decisamente rivolti alla ricerca di nuovi modi espressivi, divenne la figura dominante del gruppo. Fu infatti Manet a rivolgersi per primo allo studio dell'arte spagnola e olandese per intenderne il profondo senso pittorico. Benché già dall'Olympia di Manet (1863) e dalle opere di Monet e di Renoir, eseguite tra il 1865 e il 1870, la poetica degli impressionisti potesse dirsi pienamente formulata, il decennio 1870-80 è quello nel quale l'opera dei vari artisti del gruppo presenta maggiore omogeneità di caratteri. Ciascuno di essi svilupperà poi con piena originalità il proprio stile dalle premesse comuni. Il più fedele ai principi di visione dell'I. sarà Monet, che nelle opere composte verso il 1890 giungerà a ridurre la rappresentazione a variazione coloristica su un tema dominante; Renoir tenterà di ritrovare una pienezza quasi classica di forme nella luminosità dei colori; Degas ricercherà una intensità espressiva di segno e un'acuta individuazione psicologica; Cézanne raggiungerà una piena rappresentazione della forma e dello spazio per mezzo del colore; Pissarro elaborerà, logica conseguenza dell'I., la tecnica del divisionismo, che sarà poi ripresa e sviluppata da Seurat e dal Neoimpressionismo. L'I. ebbe, sul finire del secolo, una grande diffusione in Europa, e in particolare in Germania, Belgio ed Inghilterra; in Italia si accostano all'ideale degli impressionisti i macchiaioli toscani. L'I., come principio di visione, si estese anche alla scultura, modificandone profondamente i motivi e le forme tradizionali, e dando luogo a un modellato vivo e palpitante, che fonde la forma allo spazio. • Lett. - Rappresentazione del reale o di stati d'animo, ottenuta mediante notazioni rapide, vivaci, sintatticamente sciolte e quasi staccate. ║ Forma di prosa lirica, gusto per il frammento, per il giornale di bordo, per il taccuino, che furono propri degli scrittori de "La Voce", ai quali del resto si deve la divulgazione in Italia della pittura impressionistica francese. • Mus. - Corrente sorta in Francia alla fine del 1800, sotto l'influsso dell'omonimo movimento pittorico. L'i. musicale è caratterizzato da una prevalenza degli elementi armonici e timbrici sui melodici ed una preferenza per la dissolvenza, la sfumatura. Tra i maggiori rappresentanti i francesi Debussy e Ravel, gli spagnoli Albéniz e De Falla e gli italiani Respighi e Tommasini, nelle cui composizioni si coglie un certo distacco dalle forme preesistenti.
Pierre-Auguste Renoir: "Al Moulin de la Galette" (Parigi, Musée d'Orsay)

Camille Corot: "Autoritratto"