Insieme dei territori colonizzati dalla Spagna. L'inizio della penetrazione
spagnola in America coincide con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo
Colombo (1492). Le successive tappe della colonizzazione spagnola dell'America
furono la scoperta della Florida (1513), la conquista del Messico da parte di
Cortéz (1521), la conquista del Guatemala (1523). Nel 1532 i
conquistadores, guidati da Francesco Pizarro, abbatterono il regno Inca
di Montezuma impadronendosi del Perù. Nel 1541 fu fondata Santiago del
Cile. La politica coloniale spagnola tendeva ad un rigido accentramento
burocratico che escludeva qualsiasi autonomia di fatto e di diritto dei
territori conquistati e riduceva le colonie ad essere terreno di puro
sfruttamento di risorse naturali in favore della madrepatria. In un primo tempo
si pensò di ridurre a schiavitù gli indigeni per meglio sfruttare
le risorse aurifere dei territori americani, ma, dato l'altissimo tasso di
mortalità che si presentava fra quelle popolazioni, il vescovo Bartolomeo
de Las Casas suggerì l'importazione di schiavi negri, che divenne pratica
costante e generalizzata dal 1511. L'afflusso di oro verso la Spagna
impedì la formazione di industrie locali, e quando nel 1600 questo
afflusso cominciò a diminuire, a causa della contrazione della
produzione, si venne da una parte ad un irrigidimento del controllo burocratico
sulle colonie e dall'altra al primo sorgere di movimenti indipendentistici da
parte dei grandi proprietari terrieri. Il monopolio del commercio veniva messo
in pericolo dalle attività dei contrabbandieri olandesi ed inglesi. Dopo
il trattato di Utrecht (1713), che concluse la guerra di successione spagnola,
la penetrazione degli Inglesi nei territori controllati dalla Spagna si
intensificò e venne a sfociare in vere e proprie guerre. Le prime rivolte
scoppiate nelle colonie trovarono l'amministrazione spagnola incapace di
elaborare un piano organico per fronteggiarle. L'unico rimedio trovato fu il
potenziamento delle strutture burocratiche e militari. L'esempio della rivolta
delle colonie nordamericane contro il dominio inglese divenne un ulteriore
impulso per i movimenti indipendentistici sudamericani. La comparsa sulla scena
politica di un dirigente politico e militare della statura di Simon Bolivar ebbe
l'effetto di catalizzare e di unificare i fenomeni di rivolta contro la Spagna:
nel giro di pochi decenni le colonie spagnole raggiunsero l'indipendenza e si
costituirono in Stati autonomi. Restavano alla Spagna i territori africani,
specialmente il Marocco, su cui venne nel 1912 stabilito un protettorato. Dopo
la fine della seconda guerra mondiale anche le colonie africane raggiunsero
l'indipendenza dalla Spagna, che conservò solamente il controllo delle
isole Canarie.