(dal greco
eikón: immagine). Raffigurazione religiosa dipinta su
tavola di legno o lastra metallica, generalmente raffigurante la Madonna, il
Cristo o uno o più santi. È lavorata in oro o in argento, con
pietre preziose incastonate. • Encicl. - La tecnica dell'
i.,
risalente ai secc. VI-VII, è di origine bizantina e ci è pervenuta
attraverso esemplari eseguiti o conservati nei monasteri greci o russi. Il culto
delle
i. è un elemento caratteristico della religione ortodossa e,
a partire dal VII sec., pare che sia divenuto nettamente prevalente su quello
delle reliquie. Derivata dai ritratti funebri della tradizione greco-egizia
posti sopra i sarcofagi delle mummie, esprime una concezione estetica
strettamente legata ad una cultura mistica tipicamente orientale. Solo verso il
VI sec. le
i. divennero oggetto di venerazione e ne furono fissati canoni
stilistici precisi e immutabili: le
i. più antiche, attualmente
conservate nel monastero del Sinai e nei musei di Mosca e Kiev, presentano
invece differenze stilistiche tra loro, corrispondenti alle diverse concezioni
estetiche dei periodi o dei luoghi dove furono eseguite. Il primo ad introdurre
le
i. in Russia fu il principe Vladimiro, vissuto nel X sec.; da allora
questa tecnica si diffuse rapidamente in moltissimi centri, tra i quali Mosca,
Novgorod (la scuola di Novgorod produsse
i. eseguite con estrema
raffinatezza), Pskov, Stroganov. L'antica tecnica iconografica venne leggermente
modificata solo durante il regno di Pietro il Grande per effetto
dell'introduzione in Russia di opere e artisti italiani e francesi. Tra le
i. più famose ricordiamo la
Madonna col Bambino, del VII
sec. (museo di Kiev), l'
Arcangelo Michele, del X sec. (Venezia, basilica
di S. Marco), il
S. Giorgio a cavallo, del XIII sec. (Mosca, galleria
Tretjakov).