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Hoffmann, Josef.

Architetto austriaco. Giovanissimo si trasferì a Vienna per studiare architettura all'Accademia di quella città, avendo per professore Otto Wagner, che ebbe su di lui una notevole influenza in direzione razionalistica. Sulla sua formazione esercitò anche una forte suggestione la tensione innovatrice propagata dalla Scuola di Glasgow e dalla grande tradizione belga. Nella storia delle arti figurative dello scorso secolo l'importanza di H. è notevolissima soprattutto per il ruolo che egli svolse nell'ambito della Secessione viennese, di cui fu uno dei fondatori nel 1897. Nei primi anni del secolo la sua fama era già arrivata oltre i confini dell'Austria e i dettami estetici che egli suggeriva venivano prontamente adottati non solo dalla borghesia viennese, ma da un pubblico di fruitori che si può ben definire europeo. H, insomma, fu tra i più importanti artefici di quella rivoluzione del gusto nota generalmente con il nome di Liberty. Nominato professore alla Kunstgewerbe Schule nel 1899, si dedicò appassionatamente all'insegnamento, ed annoverò tra gli allievi anche Le Corbusier. Nel 1903, in collaborazione con Kolo Moser, fondò e diresse il laboratorio artigianale noto sotto il nome di Wiener Werkstätte, che continuò fino al 1933 a diffondere nel mondo lo stile e la fama di H. Nel 1908 si staccò dalla Secessione per dare vita, in intimo contatto con Klimt, alla Kunstschau. Nel 1912 fondò il Werkbund austriaco, che continuò a dirigere fino al 1920, anno in cui esso divenne una sezione di quello tedesco. Nel 1934 costruì per la Biennale di Venezia il padiglione permanente. Nel 1943 divenne collaboratore e direttore della Kunster Workstätte di Vienna. Le sue architetture si definiscono per l'inconfondibile scelta di semplicità e di razionale funzionalità. Il colore prevalentemente adottato è il bianco. Tra le sue opere: il sanatorio di Pikensdorf (1903) e il palazzo Stoclet a Bruxelles (1905-1914), case comunali a Vienna (Pirnitz, Moravia 1870 - Vienna 1956)