Economista inglese. Studiò a Oxford, dove ebbe una preparazione
umanistica, orientandosi poi da solo verso l'economia. Avrebbe potuto svolgere
una brillante carriera accademica se non si fosse fatto sostenitore di
concezioni economiche radicali, di orientamento socialista, con un'impostazione
etica in netta contrapposizione rispetto alla scienza economica del suo tempo,
dominata da A. Marshall. È considerato un precursore di Keynes,
soprattutto per quanto riguarda la teoria del sottoconsumo. Egli tuttavia non
pervenne mai a stabilire un sistema teorico che, mettendo in rapporto, da un
lato, reddito e risparmio, e dall'altro lato, domanda di liquidità e
tasso di interesse, desse una spiegazione soddisfacente dell'incapacità
del mercato dei capitali a equilibrare i risparmi e gli investimenti al livello
di piena occupazione. Egli indicò la disuguaglianza nella distribuzione
del reddito come causa prima del sottoconsumo e condusse una critica rigorosa
alla concentrazione del potere e del capitale nelle mani di un'oligarchia
capitalistica che ostacola ogni possibilità di sviluppo del proletariato.
H. sottolineò infatti che, poiché la maggior parte del
risparmio proviene da persone relativamente ricche, la causa prima delle
perturbazioni cicliche e della conseguente disoccupazione è la
disuguaglianza dei redditi. Nell'ambito della teoria politica va rilevato il
contributo dato da
H. col suo studio sull'imperialismo
(
Imperialsm, 1902) che costituisce una delle basi della famosa opera di
Lenin
L'imperialismo, stadio supremo del capitalismo. Scrittore molto
fecondo, lasciò varie decine di libri e saggi di economia. Ricordiamo:
La fisiologia dell'industria (1889);
L'evoluzione del capitalismo
moderno (1894);
John Ruskin, riformatore sociale (1898);
Il
sistema industriale (1909);
La scienza della ricchezza (1911);
Oro, prezzi e salari (1913);
L'economia della disoccupazione
(1922);
Economia ed etica (1929);
Confessioni di un economista
eretico (1938) (Derby 1858 - Hampstead 1940).