Economista e statistico tedesco. Padre dello scultore Adolf, fu uno dei maggiori
economisti del suo tempo. A ventiquattro anni, nel 1836, assunse la cattedra di
Economia dell'università di Breslavia, passando poi in quella di Marburgo
nel 1841. Lasciata la Germania per motivi politici, insegnò
successivamente nelle università di Zurigo e di Berna, dove fondò
il primo istituto statistico della Svizzera. Rientrato in patria nel 1861,
insegnò a Jena e diresse l'ufficio statistico della Turingia. Sviluppando
il metodo e la dottrina di Roscher, prese a trattare l'economia non come una
scienza deduttiva, capace di fornire regole assolute, ma come una disciplina
storica strettamente connessa col diritto e con la scienza politica. Lungi dal
sollevare obiezioni di principio contro l'intervento statale in economia, egli
riteneva giusto e conveniente che fosse lo Stato a stabilire le condizioni in
cui l'imprenditore doveva agire. Fu tra gli iniziatori dell'indirizzo
storico-morale, influendo notevolmente sull'opera dei cosiddetti "socialisti
della cattedra". Nel 1862 fondò gli "Annali di economia nazionale e di
statistica" e nel 1872 partecipò alla fondazione a Esenach del "Verein
für Sozialpolitik". Tra le sue opere spicca
Economia nazionale del
presente e del futuro (1848). Ostile al concetto di "legge naturale", egli
rifiutava qualsiasi analogia tra le leggi economiche e le leggi fisiche e
sottolineava il carattere di scienza morale dell'economia, adoperando il termine
Culturwissenschaft in contrapposizione a
Naturwissenschaft. Con
ciò intendeva sottolineare il carattere evolutivo dell'economia e
l'importanza fondamentale del materiale storico, senza tuttavia rigettare le
"leggi di natura". Si dedicò inoltre alla ricerca storica (Naumburg an
der Saale 1812 - Jena 1878).