Romanziere tedesco naturalizzato svizzero. Appartenente ad una famiglia in cui
era assai viva la tradizione pietistica, venne destinato allo studio della
teologia. Frequentò la scuola di latino di Göppingen ed il seminario
evangelico di Maulbronn ma, insofferente di ogni disciplina, abbandonò
gli studi ed esercitò vari mestieri. Affascinato fin dall'infanzia dalla
storia dell'arte, dalla filosofia e dallo studio delle lingue, si formò
una notevole cultura da autodidatta, cimentandosi nel frattempo nei primi
tentativi letterari. Nel 1899 uscirono infatti due libri di poesie:
Canti
romantici e
Un'ora dopo mezzanotte. Dopo aver compiuto un viaggio in
Italia, dal quale rimase straordinariamente affascinato, nel 1902 riportò
il primo grande successo della carriera con il romanzo
Peter Camenzind, i
cui proventi gli consentirono di dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Nel
1904 contrasse il suo primo matrimonio. Nello stesso periodo iniziò la
collaborazione al
Simplicissimus e ad altre riviste, pubblicando tra
l'altro i racconti
Sotto la ruota (1906),
Vicini (1908) e
Gertude (1910). Nel 1911 partì per l'India, fortemente attratto
dalla cultura di quel paese, sulla quale il nonno materno, indianista di buona
fama, aveva lasciato numerosi studi. Ma questa esperienza lo deluse
profondamente e lo convinse a stabilirsi in Svizzera, alla periferia di Berna.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, lo scrittore non condivise il fervore
patriottico di molti intellettuali tedeschi, ai quali rivolse l'accorato appello
Oh, amici, non questi suoni!, commovente inno al pacifismo che gli valse
le sferzanti critiche dei giornali nazionalisti, per i quali
H. era un
traditore della patria. Dedicatosi all'assistenza dei prigionieri tedeschi, fu
colto da una grave crisi di nervi e dovette ricorrere alle cure di uno
psicanalista. Nel 1919 fece pubblicare il romanzo
Demian, nel 1922
Siddharta, in cui è anticipato il tema della fusione fra Oriente e
Occidente che caratterizzerà il suo capolavoro,
Il gioco delle perle
di vetro. Nel 1923 divenne cittadino svizzero, l'anno seguente si
sposò per la seconda volta. Nel 1927 vide la luce un altro celebre
romanzo di
H.,
Il lupo della steppa, forse la sua opera più
audace, critica serrata della decadente civiltà occidentale, mentre lo
scrittore attendeva a
Narciso e Boccadoro, che venne dato alle stampe tre
anni dopo. Nel 1932, dopo il terzo matrimonio, riprese nel racconto
Il
pellegrinaggio in Oriente la tematica dell'Oriente visto come giovinezza
dell'anima. Nel 1943 finalmente, dopo dieci anni dall'inizio della stesura,
venne pubblicato
Il gioco delle perle di vetro. Anche in questa opera,
che incontrò l'incondizionata ammirazione di Thomas Mann, lo scrittore
ironizza sul mondo occidentale, propugnando l'ideale di una civiltà
superiore, frutto della collaborazione di tutti gli intellettuali. Nel 1946
ricevette il premio Goethe ed il premio Nobel per la letteratura, nel 1955 il
premio della pace assegnato dall'associazione dei librai tedeschi.
H.
continuò a scrivere fino alla morte, lasciando però manoscritte le
sue ultime fatiche. Scrittore profondamente inquieto, nemico di ogni forma di
mediocrità piccolo-borghese, attratto unicamente dalla bellezza
dell'universo, diede il meglio della sua altissima arte nel romanzo, la forma
letteraria che ritenne più opportuna per esprimere le proprie idee.
Critico spietato della decadenza del mondo occidentale, oppose un netto rifiuto
della civiltà industriale, soffocatrice dei valori dello spirito. A
questa contrappose la civiltà dell'Oriente, accettata in quanto fonte di
nuove ispirazioni, di idee e valori antichi ma sempre validi. Ma più che
dalla contrapposizione dei due mondi, in apparenza tanto ostili l'uno all'altro,
H. pensò all'unità delle due culture come al solo risultato
capace di rivalutare il mondo contemporaneo (Calw, Württemberg 1877 -
Montagnola, Lugano 1962).