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Hasidismo.

Movimento religioso ebraico a sfondo mistico sorto in Polonia, nel XVIII sec., e diffusosi poi rapidamente in altre zone dell'Europa orientale. Il fondatore è Israel Ben Eliezer (1669-1760) che predicò l'h. agli Zaddikim (i Giusti) i suoi discepoli. Il movimento fu probabilmente la diretta conseguenza delle stragi compiute nei riguardi degli ebrei in seguito alla rivolta dei contadini e dei Cosacchi contro i signori polacchi nel 1648. L'h. comparve quindi in un momento di grave crisi e di rinnovate persecuzioni. Il termine deriva da hasid che in ebraico significa pio, cioè "colui che serve Dio con gioia e non con tristezza come un tempo facevano gli asceti cabalistici"; secondo l'h., infatti, solo la gioia e la preghiera in letizia sono in grado di portare all'unione dell'uomo con Dio, risvegliando nel primo la vera emozione religiosa. In lingua jiddish (la parlata popolare giudeo-tedesca) furono allora composti novelle e apologhi che esaltavano l'autentica pietà di portare Dio nel proprio cuore, pietà che consente all'uomo di vederlo dovunque, di sentirne di continuo la presenza, avvertendo la sua forza in ogni manifestazione della natura. Questa, in sostanza, era la base dell'h. il cui capo spirituale (lo Zaddik: il Giusto) doveva essere non un freddo interprete della Torah ma un vero maestro venerato per le sue innate qualità materiali e morali.