Denominazione indiana degli incantatori di serpenti. Essi sono ritenuti dal
popolo sacerdoti di un'antichissima scuola in cui il coraggio e la forza sono
amalgamati con la pazienza e con le scienze occulte; sono delle figure mistiche,
non soltanto perché il cobra (
Naja tripudians) è
considerato una creatura amica di Buddha, ma perché gli
h.
affrontano, solo aiutandosi con una musica languida, il simbolo dell'insidia che
in India è detto "dolore con gli occhi di fuoco e di ghiaccio". A
Sholapur, nello Stato indiano di Maharashstra, dopo la proclamazione
dell'indipendenza nazionale, è stata riaperta l'antica università
degli
h. dove gli incantatori di serpenti vengono addestrati alla loro
arte e i "rettili" ricevono uno speciale "trattamento". I cobra usati nelle
piazze sono, infatti, del tutto inoffensivi, tardi di riflessi e miopi; grazie a
un delicato intervento per cui il canale che conduce il veleno dalle ghiandole
ai denti viene interrotto il serpente non è assolutamente in grado di
iniettare, anche se morde, il liquido mortale. All'università, inoltre,
ogni serpente destinato agli
h. viene costretto a fissare molto da vicino
e per un tempo determinato un braciere ardente; questo trattamento rende
appannato e confuso lo sguardo dell'animale. Per di più ogni cobra viene
sottoposto ad un vero e proprio "lavaggio del cervello" consistente nel fargli
cambiare spessissimo il luogo del riposo, facendolo passare da posti umidi ad
altri molto freddi, e così via, e sempre in modo repentino. Il serpente
è anche costretto a bagni prolungati entro recipienti contenenti latte a
cui sono state mescolate droghe speciali. Alla fine del "corso" al povero cobra
non rimane che il suo gelido sguardo e la sua grinta aggressiva. Bisogna
aggiungere a tutto ciò che il cobra, per sua natura, è quasi sordo
e perciò la musica eseguita con gli speciali "pifferi" degli
h.
resta lettera morta per il serpente. Tale musichetta, invece, serve benissimo a
"creare l'atmosfera" tra il pubblico. Non è tale musichetta che fa uscire
il serpente dal suo cesto perché non la sente affatto; il cobra sguscia
fuori dalla cesta solo quando l'
h. toglie il coperchio della stessa;
sentendosi libero il serpente si erge per osservare, incuriosito, il piffero
(che egli, però, vede confusamente) di cui avverte soltanto il soffio.
L'arte degli
h. è quindi soltanto un trucco; ma l'attrazione che
essa provoca sul pubblico locale è comprensibile se si pensa che in India
muoiono 6.000 persone all'anno per il morso dei serpenti.