Scrittore politico e statista inglese. Entrato alla Camera dei Lord nel 1668,
nel successivo ventennio ebbe grande influenza nella vita politica inglese. Fu
presidente della Camera dei Lord, ministro guardasigilli e membro del Consiglio
privato della corona durante il regno di Carlo II. Congedato da Giacomo II dopo
la sua ascesa al trono nel 1685, nell'agosto del 1687 pubblicò anonima la
Lettera a un non-conformista (
A letter to a dissenter), un vigoroso
pamphlet in cui avvertiva i protestanti dell'errore che commettevano
accogliendo favorevolmente la
Dichiarazione di indulgenza del nuovo
sovrano cattolico. Pur essendo passato all'opposizione dopo l'ascesa al trono di
Guglielmo III d'Orange, conservò grande prestigio e influenza politica.
Fu un abile diplomatico, grande oratore e polemista di eccezionale talento,
sorretto da una vena satirica non priva di causticità. Fu tra i massimi
scrittori politici del suo tempo e nel 1688 pubblicò
The Character of
Trimmer (Il carattere di un voltagabbana) in cui esprimeva le aspirazioni
costituzionali della corrente media dell'opinione pubblica inglese, ossia di
coloro che non erano pregiudizialmente né monarchici né
repubblicani e che perciò, su problemi specifici o durante periodi di
particolare tensione, potevano schierarsi di volta in volta con la monarchia o
col Parlamento, con i
whigs o con i
tories, avendo innanzi tutto
presenti le loro rivendicazioni. Il saggio intendeva essere un ammonimento al
re, affinché non infrangesse la costituzione. Spirito illuminato e
scettico, dotato di un'intelligenza penetrante e indagatrice, non nascose la
propria diffidenza verso le innovazioni e la propria aristocratica indifferenza
per il pensiero esatto, proponendosi essenzialmente come un empirista.
Ciò che maggiormente impressionò la sua mente scettica e
indagatrice fu il fatto che i principi generali che si possono applicare al
Governo sono pochi. Egli considerava il Governo come una "cosa volgare", messa
insieme con espedienti e compromessi. Le solenni dichiarazioni di principio
altro non sarebbero che una scusa per nascondere la ricerca di un vantaggio
privato o di parte, dato che tutti vorrebbero che i principi utili per loro
rimanessero immutabili. Niente è più certo del fatto che tutte le
istituzioni umane sono destinate a mutare col tempo e, con esse, le cosiddette
basi del Governo. Dietro al Governo sta la Nazione e sono le Nazioni a fare i
Governi e non viceversa. Pertanto, il potere effettivo di un Governo dipende
dalla sua capacità di rispondere alle esigenze della Nazione e senza di
ciò, né le costituzioni, né la forza possono a lungo
prevalere (Thornhill 1633 - Halifax House 1695).