Stato (214.970 kmq; 850.000 ab.) dell'America meridionale, ex colonia
britannica. Confina a Ovest con il Venezuela e il Brasile; ad Est con la
G. Olandese; a Nord si affaccia sull'Oceano Atlantico. Capitale:
Georgetown. Città principali: Linden, New Amsterdam. Ordinamento:
Repubblica presidenziale. Stato indipendendente all'interno del Commonwealth dal
1966. Il potere esecutivo è affidato al presidente della Repubblica,
mentre il potere legislativo è affidato all'Assemblea nazionale. Moneta:
dollaro della Guyana. Lingua ufficiale: inglese. Religione: protestante e
induista con minoranze cattoliche e musulmane. Popolazione: è formata in
prevalenza da indiani dell'India, quindi da negri, meticci, amerindi e
bianchi.
GEOGRAFIALe
coste, basse e spesso paludose, si trovano in parte sotto il livello del mare.
Il territorio nell'interno è montuoso. Fiume principale è
l'Essequibo (1.000 km circa). Il clima è caldo umido, conseguenza della
vicinanza della
G. all'equatore. Le piogge, molto abbondanti, si
concentrano nel periodo tra aprile e agosto. Il Paese è ricoperto per due
terzi dalle foreste pluviali. Nei dintorni delle cascate del Kaieteur (sul fiume
Potaro, affluente dell'Essequibo) sorge un parco nazionale.
Cartina della GuyanaECONOMIAL'economia
si basa sull'agricoltura di piantagione e sull'attività estrattiva. I
principali prodotti agricoli sono: canna da zucchero, riso, arance, banane,
caffè e copra. Il sottosuolo è ricco di bauxite, oro, diamanti,
manganese e rame. L'industria è legata sia all'attività estrattiva
(impianti per la riduzione della bauxite), sia a quella agricola (zuccherifici,
distillerie, oleifici, birrifici, manifatture di tabacco). Ingenti le riserve di
legname della foresta tropicale
pluviale.
STORIACosteggiato da Amerigo Vespucci nel 1499, il territorio dell'attuale
G. attrasse presto avventurieri di ogni nazionalità, alla ricerca
del favoloso Eldorado. Nel corso del XVI sec. furono creati insediamenti
francesi, olandesi e inglesi. Questi insediamenti precostituirono altrettanti
titoli di dominio da parte delle tre potenze che, nei due secoli successivi, si
contesero aspramente il territorio. Quella che sarebbe poi diventata la
G. britannica, fu inizialmente colonizzata dagli Olandesi e solo nel 1803
venne occupata definitivamente dagli Inglesi, fatta eccezione per il territorio
del Surinam, rimasto all'Olanda. Durante tutto il XIX sec., le buone prospettive
economiche alimentarono un flusso migratorio di varia provenienza: europei, ex
schiavi negri liberati, provenienti dagli Stati Uniti, asiatici, provenienti
soprattutto dall'India. Andò così costituendosi una società
tra le più eterogenee in cui venne presto a determinarsi una ben definita
stratificazione sociale: la classe più alta si identificava con i
residenti di origine europea, quella media con la popolazione nera e quella
bassa col bracciantato agricolo di origine indiana. La coincidenza tra
raggruppamenti etnici e stratificazione sociale portò a una coincidenza
tra lotta di classe e conflitti razziali. Questo non impedì che,
all'inizio del processo costituzionale, si stabilisse una collaborazione
politica tra il gruppo etnico indiano e quello nero, entrambi rappresentati dal
People's Progressive Party (PPP) capeggiato da Cheddi Jagan che, nel 1957, fu
nominato primo ministro. Egli operava in stretto collegamento col leader nero
Forbes Burnham sulla base di un programma che rivendicava la piena autonomia
della
G. dalla Gran Bretagna, la nazionalizzazione delle fonti di
produzione e l'attuazione di ampie riforme sociali. Ostacolato dalle
autorità coloniali, Jagan andò accentuando, negli anni seguenti,
le proprie tendenze progressiste, elaborando programmi di chiara impostazione
marxista. Contemporaneamente Burnham si spostava invece su posizione più
moderate, e questo rese inevitabile la scissione del PPP. Accanto al People's
Progressive Party, ormai rappresentante solo il gruppo etnico indiano, si
costituì il People's National Congress (PNC), rappresentante il gruppo
nero. Nonostante questa precisa divisione di carattere razziale, la componente
etnica aveva tuttavia un peso senz'altro minore rispetto a quella ideologica.
Pur essendo le basi costitutive del nuovo partito di natura chiaramente
ideologico-politica, Burnham fece in modo di presentare il PNC come
l'organizzazione politica del gruppo etnico nero, in contrapposizione a quello
indiano. L'ondata di manifestazioni popolari, promossa dal PPP,
radicalizzò ulteriormente la lotta, avvicinando il PNC al Partito
conservatore (United Forces) creato nel 1961 dalla minoranza bianca. Questo
consentì a Burnham di sfruttare a proprio vantaggio la nuova legge
elettorale e di guidare il Paese all'indipendenza, proclamata il 26 maggio 1966.
La posizione di Burnham si consolidò in seguito alla vittoria del PNC
nelle elezioni del dicembre 1968, mentre i contrasti più violenti tra i
due partiti maggiori andavano attenuandosi. Per quanto non tutti i motivi di
attrito venissero eliminati, negli anni seguenti Burnham dette prova di buone
capacità politiche, riuscendo a creare un clima di distensione,
sciogliendosi dalla vecchia coalizione col Partito conservatore bianco e
impostando un piano di riforme progressiste. Egli inoltre cercava di seguire un
piano di sviluppo interrazziale, accogliendo buona parte delle rivendicazioni
degli indiani e del PPP. Piuttosto significativo era anche il nome di
Repubblica cooperativistica adottato per la
G. che nel febbraio
1970 assumeva la forma costituzionale repubblicana. A significare la propria
propensione interrazziale, il partito di maggioranza appoggiava l'elezione di
Arthur Chung, di origine cinese, in contrapposizione al nero Ashton Chase,
candidato del PPP. Tra i maggiori problemi del nuovo Stato repubblicano, oltre a
quelli interni legati allo sviluppo e alle tensioni tra i vari gruppi etnici e
sociali, erano quelli relativi alle rivendicazioni territoriali da parte del
Venezuela che, se soddisfatte, avrebbero dimezzato il territorio. Nel luglio
1973 si svolgevano le elezioni generali, in un clima di disordini e di atti di
violenza tra negri, facenti capo al People's National Congress (PNC) del primo
ministro Burnham, e indiani del People's Progressive Party di Cheddi Jagan che
protestavano contro le "frodi elettorali" del partito di Burnham, la cui
vittoria era scontata: 70% dei voti (37 seggi). La larga maggioranza conseguita
consentiva al primo ministro di disporre dei due terzi dei voti necessari a
promuovere una riforma costituzionale che tendeva all'istituzione del partito
unico. Una conferma delle tendenze autoritarie in atto si aveva nel luglio
dell'anno successivo, quando il leader del Partito progressista, Cheddi Jagan,
veniva arrestato sotto l'accusa di detenzioni di armi. Le difficoltà
interne continuavano per tutto il corso degli anni Settanta e il Partito
popolare di Jagan organizzava uno sciopero nelle piantagioni di zucchero durato
ben quattro mesi e duramente represso dal Governo (1977). Nel febbraio 1980
veniva adottata una nuova costituzione di tipo presidenziale che conferiva al
presidente della Repubblica il potere esecutivo. Nel dicembre dello stesso anno
le elezioni riconfermavano il successo del partito di Burnham che veniva
perciò rieletto presidente. In seguito alla recessione mondiale del
1982-83 il presidente limitava le importazioni, provvedimento che provocava un
aumento dei prezzi sul mercato interno ed un notevole malcontento tra la
popolazione. Nel 1983 la protesta guidata dai partiti della opposizione, quali
il WPA, Alleanza del popolo lavoratore, e DLM, Movimento democratico laburista,
sfociava in una serie di scioperi. Il Governo aveva la meglio, denunciando
alcuni tentativi falliti di rovesciamento del regime e facendo addirittura
arrestare alcuni oppositori negli USA ed in Canada. Le misure restrittive
richieste dal Fondo Monetario Internazionale in cambio dei prestiti destinati a
contenere il debito estero erano talmente dure da indurre inizialmente al
rifiuto lo stesso presidente. La lunghissima trattativa che ne seguiva non
mutava però l'atteggiamento del FMI che si accontentava di un
allungamento dei tempi di adozione dei provvedimenti. Riprendevano così
scioperi e manifestazioni di protesta che venivano sedati, mentre il Governo
procedeva ad un nuovo rimpasto ministeriale. La carica di vice presidente veniva
assunta da Hoyte, che dopo la morte di Burnham avvenuta nel 1985, assumeva
quella di presidente. Pur conservando la precedente linea politica incentrata
sul neutralismo e sulla cooperazione con i Paesi socialisti (soprattutto la
Corea del Nord), Hoyte apriva progressivamente il Paese all'Occidente per
ottenere aiuti economici e per incentivare gli investimenti stranieri. Sul piano
interno, l'opposizione, guidata dal People's Progressive Party (PPP), protestava
ripetutamente per la mancanza di democrazia nel Paese. Nel 1992 Cheddi Jagan
veniva nominato presidente della Repubblica, sostituendo Hoyte e inaugurando una
politica di dialogo anche con le opposizioni. All'inizio del 1993, il
presidente Cheddi Jagan permise, contrariamente ai Paesi vicini - Brasile
incluso - il dispiegamento di truppe statunitensi per l'addestramento
militare nelle foreste del suo Paese, e accettò la collaborazione
militare statunitense per combattere il narcotraffico e il suo aiuto per
sviluppare la bonifica delle zone interne. Dopo la morte di Jagan, nel 1997, sua
moglie Janet occupò la carica di primo ministro ad interim, fino alle
elezioni del 15 dicembre, quando fu eletta presidente con il 55,3% dei voti,
contro il 40,6% ottenuto dal PNC di Hoyte. Il primo grave problema che la Jagan dovette affrontare fu la siccità che colpì il Paese e che mise in ginocchio l'estrazione aurifera, ridusse il commercio e favorì gli incendi delle foreste. Nel 1999, in seguito a gravi problemi di salute, la Jagan fu costretta a dimettersi dalla carica di presidente e fu sostituita da Bharrat Jagdeo. Le elezioni legislative del marzo 2001 confermarono al potere il presidente Jagdeo e il suo partito, il PPP.