Condottiero italiano. Dopo la sconfitta di Tagliacozzo del 1268 rifiutò a
Corradino di Svevia, del quale precedentemente era stato sostenitore, l'accesso
alla città. Avverso ai Guelfi, nel 1271 combatté contro la
città di Siena; divenuto capitano generale dei ghibellini di Romagna
sconfisse i Bolognesi nel 1275. Nel 1282 divenne capitano del comune di
Forlì. L'anno seguente si accordò con la Chiesa, ruppe il confino
di Asti e, nel 1289, divenne capitano del popolo e podestà di Pisa.
Difese la città contro Firenze e le conquistò il dominio delle
valli di Calci, dell'Elsa e dell'Era. Scaduto il suo mandato a Pisa, ed in
seguito alla pace tra Firenze e Pisa (1293), tornò in Romagna dove prese
parte alle lotte per il potere. Nel 1292, conquistò Urbino e nel 1295 si
sottomise a papa Bonifacio VIII; abbandonò quindi le armi per entrare
nell'ordine dei francescani. Dante lo pose nell'Inferno (canto XXVII) a causa
dei consigli fraudolenti che pare egli abbia dato a Bonifacio VIII (m. Assisi
1298 circa).