Pittore e disegnatore tedesco. Ammesso nel 1909 all'Accademia di Belle Arti di
Dresda, in Sassonia, non ebbe molta facilità a sintonizzarsi con le
più moderne correnti artistiche che si agitavano in quell'epoca. Tuttavia
riuscì a realizzare un contatto con la pittura non accademica, specie
attraverso i collaboratori della rivista "Simplicissimus" e in particolare con
quel gruppo di artisti che stilizzavano i loro disegni secondo i modi del
Linienstil. Fino al 1913 continuò a studiare a Berlino, poi
passò qualche mese a Parigi, ove conobbe Picasso, Delaunay e Chagall. Al
suo ritorno a Berlino entrò in contatto con Severini e gli altri
futuristi italiani, che avevano temporaneamente fissato il loro atelier nella
capitale germanica. Con loro, l'artista tedesco condivise il furore demolitore
dei vecchi schemi, la violenta critica all'immobilismo borghese, l'esigenza di
abbattere i termini di un linguaggio superato in vista di un qualsiasi
miglioramento. La realtà che
G. scelse come tema delle sue opere
era tuttavia ben diversa da quella filtrata attraverso le esperienze pittoriche
che si autoqualificavano all'avanguardia in quei primi decenni del Novecento.
Insensibile agli interessi di scomposizione strutturale dei cubisti, di
modificazione dinamica dei futuristi, agli esperimenti formali dei
costruttivisti russi,
G. proclamò la "liquidazione dell'arte e
dell'artista" intesi in senso tradizionale. Affermò la fine della
creazione artistica appannaggio di poche elette sensibilità costrette ad
isolarsi nella loro torre d'avorio. Se la realtà da descrivere era quella
di tutti i giorni, gravida di problemi e di umiliazioni insostenibili, la figura
dell'artista andava modificata: non più arte di evasione dunque, ma
strumento di lotta, mezzo di comunicazione e di demistificazione. Dopo la
parentesi della grande guerra mondiale, cui dovette partecipare, e che gli
causò una pericolosa infezione cerebrale, tornò in Germania. Nel
1917, a Monaco fondò un giornale satirico dal titolo "Neue Jugend". Il
giornale venne più volte sequestrato, finché contro
G.
venne spiccato mandato d'arresto. L'artista riuscì però a sfuggire
alla cattura. In seguito, per aver esposto un Cristo crocefisso con una maschera
antigas sul volto, venne arrestato e condannato a morte come sacrilego. In
quell'occasione poté essere salvato solo per l'influente intervento di
alcune note personalità del partito cattolico. Venne peraltro rispedito
al fronte a combattere in primissima linea. Terminata la guerra entrò
nella lega spartachista. L'assimilazione dell'ideologia materialista e la
pratica politica lo portarono a superare ogni residuo di nichilismo disfattista
che aveva caratterizzato la prima fase della sua produzione e a chiarirgli con
più precisione quali dovevano essere gli obiettivi della sua critica. Nel
1919
G., in collaborazione con Carl Einstein, fondò un nuovo
giornale dal titolo "Pleite", attraverso il quale venivano colpiti Ebert e
Hindeburg e la nuova classe dirigente che aveva raccolto la tradizione
antipopolare del Kaiser. Dopo il terzo numero il giornale venne sequestrato e
G. tratto nuovamente in arresto. Nel 1923 venne pubblicata la sua
raccolta di disegni
Ecce Homo, che subì l'immediato sequestro
della polizia. Lo stile di
G., specie per quanto riguarda la sua
produzione grafica, attinge dall'epigrafia popolare, cercando ispirazione nei
"grafiti" a carbone o a gesso di cui sono ricoperti i muri della città.
La volontà di brutalità, di assoluta demistificazione nei
confronti della realtà e dell'osservatore cui indirizza le sue opere,
stanno alla base della sua preferenza per il disegno, che meglio della pittura
si presta alla diffusione e alla riproduzione, rispondendo all'esigenza di
assoluta semplificazione, mediante la quale un soggetto o un messaggio
può essere comunicato nei suoi elementi essenziali. Nel 1928
acuminò la sua satira contro il diffondersi del regime nazista. Nel 1932,
presentendo l'ondata di repressioni coincidente con l'avvento di Hitler al
potere, accettò un invito rivoltogli da New York. Poco tempo dopo infatti
il regime nazista lo avrebbe accusato di bolscevismo, e lo avrebbe coinvolto
nella campagna contro l'arte "degenerata".
G. volle tagliare i legami con
il passato, immergendosi completamente nella nuova dimensione americana, dove le
contraddizioni sociali e politiche erano meno laceranti. Nella sua produzione
andò dunque scemando la graffiante immediatezza del messaggio, e
l'appassionato interesse per le vicende del suo paese. Della sua produzione
citiamo:
L'ingegnere Heartfjeld; Ricordati lo zio Augusto; Lo sfortunato
inventore; Due scene; Funerale; Le colonne della società; Scena di
strada (Berlino 1893 - New York 1959).