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Gregotti, Vittorio.

Architetto, urbanista e designer italiano. Conseguita la laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1952, fu successivamente professore ordinario di Composizione architettonica all'università di Venezia, di Milano e di Palermo e visiting professor presso gli atenei di Tokyo, Buenos Aires, Barkley, Harvard e Losanna. Dal 1953 al 1968 costituì uno studio professionale con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino, realizzando opere contrassegnate dal clima neoliberty dell'architettura italiana di quegli anni (case a Cameri, 1956; case d'affitto a Novara, 1957). Attento alle sperimentazioni delle avanguardie, condivise l'esperienza del Gruppo '63 e negli anni Sessanta e Settanta si avvicinò a un formale elementarismo (case in Via Palmanova, 1962, e in Via Montegani, 1964, a Milano; fabbrica Gabel a Rovellasca, Como, 1972). Nel 1974 fondò a Milano lo studio di progettazione architettonica Gregotti Associati International - di cui G. è tuttora presidente - che opera negli ambiti della pianificazione territoriale, della progettazione urbana, dell'architettura e della progettazione di interni. Dal 1974 al 1976 fu direttore del settore arti visive e architettura alla Biennale di Venezia. L'arte di G. è tesa alla ricerca di un dialogo tra geografia e segno architettonico. Tra le sue realizzazioni si ricordano il quartiere ZEN di Palermo (1969-73), la sede dell'Università degli Studi della Calabria a Cosenza (1973-79), il centro ricerche Montedison a Portici (1977-82), il quartiere per abitazioni a Cannareggio a Venezia (1981), il centro olimpico di Barcellona (1983-85), il nuovo stadio Luigi Ferraris a Genova (1987-89), il centro culturale Belém di Lisbona (1988-92), la ridefinizione del comparto urbano della Bicocca a Milano (1986-2002), comprendente, tra i numerosi edifici, il Teatro degli Arcimboldi (1997-2002). Impegnato su diversi fronti, G. associò alla sua attività professionale di architetto quella di teorico e critico. Svolse un ruolo centrale nel dibattito culturale collaborando a riviste e quotidiani quali "Casabella" (1953-55; ne fu direttore dal 1982 al 1995), "Casabella-Continuità" (di cui fu caporedattore dal 1955 al 1963), "Edilizia Moderna" (che diresse dal 1963 al 1965), "Rassegna" (che diresse dal 1979 al 1998), "Panorama" (1984-92), "Corriere della Sera" (1992-97), "la Repubblica" (dal 1997). Fu inoltre autore di numerosi saggi sull'architettura, tra cui: Il territorio dell'architettura (1966), in cui definì apertamente il suo interesse per l'intervento sul territorio; L'architettura dell'Espressionismo (1967); Il disegno del prodotto industriale. Italia (1860-1980) (1982); Questioni di architettura (1986); Dentro l'architettura (1991); Identità e crisi dell'architettura europea (1999); Diciassette lettere sull'architettura (2001); Architettura, tecnica, finalità (2002); Sulle orme di Palladio. Ragioni e pratica dell'architettura (2003); L'architettura del realismo critico (2004). Nel 2005 pubblicò Vittorio Gregotti. Autobiografia del XX secolo, con il quale, oltre a ripercorre 50 e più anni di carriera personale, fornì un panoramica completa dell’architettura del Novecento. Tra i numerosi riconoscimenti di cui fu insignito nel corso del tempo, ricordiamo: il Compasso d'Oro (1968), la laurea ad honorem in Architettura dal Politecnico di Praga (1996), dal Politecnico di Bucarest (1999) e dall'università di Porto (2003); la medaglia d'oro della presidenza della Repubblica quale "benemerito della scienza e della cultura" (2000). Fu inoltre accademico di San Luca dal 1976 e di Brera dal 1995 (n. Novara 1927).