(o
granulocita). Costituiscono tra i leucociti i così detti
polimorfonucleati ovvero elementi il cui nucleo appare plurilobato ed il
citoplasma contenente evidenti granulazioni. A seconda delle attività
tintoriali dimostrate da queste granulazioni si parla di
g. neutrofili,
eosinofili, basofili. I
g. neutrofili sono fra i leucociti quelli che si
incontrano con la massima frequenza (60-70%). Il loro diametro si aggira sui
12-14 micron. I lobi nucleari poco visibili nelle giovani cellule aumentano con
l'età; attraverso lo schema di Arneth si possono valutare i valori
percentuali delle lobature nucleari e di qui risalire per la diagnosi di
irregolarità funzionali del midollo nel caso in cui si presentino
g. troppo giovani o troppo vecchi. La fagocitosi a carico di batteri o
altri microorganismi è l'attività funzionale predominante nei
neutrofili: essi inglobano la preda, se ne infarciscono talora in modo spinto e
quindi la digeriscono per mezzo di un proprio particolare corredo enzimatico.
Nell'avvicinare i germi produttori di tossine o dopo averli fagocitati i
g. possono soccombere e di fatto muoiono in gran numero nei tessuti
invasi dai microbi trasformandosi nei così detti corpuscoli del pus. La
durata media della vita dei
g. neutrofili è di 4-5 giorni. I
g.
eosinofili o acidofili sono molto più rari (1-3%) e di grandezza
variante tra i 12 e i 16 micron; il nucleo si presenta con 2, al massimo 3 lobi.
Al contrario dei neutrofili si possono facilmente trovare in normali connettivi,
specie nelle mucose dell'apparato digerente e respiratorio. Pur presentando
proprietà fagocitarie gli eosinofili agiscono come elementi inattivanti
per mezzo di particolari azioni enzimatiche nei confronti di proteine estranee
penetrate nell'ambiente connettivale ad opera di bioagenti infettanti o in altro
modo. La loro permanenza nel sangue è di circa 8-10 giorni. I
g.
basofili molto rari nel sangue (0-1%) misurano 10-12 micron; non hanno un
significato funzionale noto. Permangono nel sangue 12-15 giorni.