(detto
l'Africano). Imperatore romano. Discendente dei Gracchi e di
Traiano. Aveva sposato una nipote di Antonino. Possedeva proprietà
vastissime in Roma e nelle province, amava appassionatamente le lettere e fu
anche compositore di poemi; più tardi si era distinto per la magnificenza
dei giuochi offerti al popolo durante le sue magistrature, dall'edilità
al consolato. Era proconsole in Africa quando le esazioni di Massimino fecero
insorgere il popolo. Fu proclamato imperatore a Cartagine contro la sua
volontà: Roma ratificò la proclamazione. Ma Capellanio,
procuratore dei Mauritani nomadi, alla testa di un esercito di truppe scelte,
marciò su Cartagine, mise in rotta i sostenitori dell'imperatore e
G., dopo aver assistito alla morte di suo figlio, si uccise (157 -
Cartagine 238).